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Basket

De Raffaele per i credenti

Oscar Eleni 06/07/2020

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Oscar Eleni sul ponte sacro dei pazzi inguaribili, passaggio laccato color vermiglio, cercando un visionario per ritrovare almeno la speranza adesso che ci ha lasciato un genio  musicale come Ennio Morricone non solo leoniano, con le sue fruste, campane, martelli per buoni, brutti e cattivi. Toc toc, ma nessuno risponde. Lo sport, come la politica dei mezzi affari, non risponde. Anche nei giochi chiamano i Colao, ma poi li lasciano ai margini della strada come potrebbero dirvi Sacchi, Tanjevic, Berruto, La Torre, speriamo non Velasco, ma il volley non tradisce  i visionari che sanno cosa dicono e cosa vogliono.

Giorni cupi dove l’unico vivaio che riesce a reclutare è quello malavitoso per la piccole bande che scorrazzano nella movida senza che si veda in giro l’agente zelante, con o senza pattino, che ai tempi del “chiusi in casa” cantato dai disperati alla ricerca della SIAE, inseguiva il pensionato sperduto. I giornali fanno sapere che rapine e crimini sono in aumento. Ma dai, rispondono quelli che per pochi giorni hanno protestato per l’aumento dei biglietti per i mezzi pubblici e non sapevano dei manigoldi che intanto si arricchivano e se ne fregavano di tutto e di tutti. Ci volete al voto con la museruola? Sarà così. 

La stessa cosa avverrà per il rinnovo delle cariche nelle federazioni sportive. Si sono chiusi in casa hanno giocato col pericolo, sperando di trovare un governo sensibile allo sport, ben sapendo che a loro, agli scommettitori, interessava soltanto il carro della serie A di calcio, magari le corse dei cavalli, non si scontentano le sale gioco e i loro tenutari, così come nessuna sinistra va in piazza per dire che si deve dare rifugio a chi cerca libertà, ma non a chi chiede l’elemosina per le mafie del settore, per chi tiene prigionieri lavoratori a 2 euro, quasi come i presunti editori di oggi.

Non  potevamo uscire migliori da una crisi non risolta se adesso dobbiamo strapparci la giacchetta lisa per aver ricevuto il due di picche da un governo che non crede agli sponsorizzatori virtuosi da calamitare con il credito d’imposta. Niente, si torna alla carica. Dicono, i finti ribelli, quelli che  diedero un calcio al CONI quando veniva assediato, che torneranno dai ministri. Buon apericena cara gente. Quelli non sanno niente, casomai si faranno in quattro per la danza e i giochi elettronici. Mondi bellissimi, ma così distanti dalle trincee dove si va, da sempre, a letto senza cena e non si ricevono sponsor golosi o auto costose.

Sul ponte dei sospiri indossando la nuova maglia da gara della Reyer campione nel basket: scelta dei tifosi, democrazia migliore di chi ci ha dato certi ministri nella cloaca dell’uno vale uno, adattissima all’incompetenza. Accidenti, il basket. Arrivarci dopo una premessa così pallosa avrà già azzerato i mi piace dei pochissimi amici. Pazienza. Tanto sui giornali se ne parla pochissimo, ma, per fortuna ogni tanto c’è chi, come il Foglio, dà spazio allo Zapelloni, vittima delle tagliole cairote, che disegna un bel Datome (“Effetto Ronaldo, qualche tartaruga in meno, molte idee in più”)  per il popolo di Armani che viene stregato, ancora, dal nano ghiacciato con i suoi ricordi bellissimi. Ha talento, inutile nasconderlo, meravigliosa la foto dello scudetto con Rubini che invade lo spogliatoio milanese aprendo una magnum.

Occhi, facce che auguriamo possano trovare gli allenatori di oggi e bisogna dire che De Raffaele, confermando 11 giocatori, dimostra che esiste ancora un basket per credenti, lavoratori, che sanno dove cercare: nell’anima degli uomini. Milano si augura che anche Messina possa trovare, finalmente, una notte di quiete dopo la stagione dei rospi da inghiottire, soprattutto se spediti da presunti amici.

In Eurolega molti allenatori confermati, Messina fra questi, be’ il presidente non poteva certo cacciarsi o ridimensionarsi. Vera novità in casa Fenerbahce dove hanno preso il primo europeo che ha guidato veramente una squadra NBA (Phoenix), Igor Kokoskov, ultimamente assistente a Sacramento. Sarà avversario tosto,  anche se va a sostituire l’Obradovic che ha fatto storia. Sono della stessa scuola, vedono il mondo forse in maniera diversa, ma questo serbo gentile, che ha vinto l’europeo con la Slovenia,  arricchirà l’Eurolega dove Jasikevicius ritrova le ramblas di Barcellona sperando di poterle risalire come quando incantava da giocatore. Peccato per il mastino Pesic, ma presto tornerà a cantare, cosa che auguriamo anche ai nostri disoccupati eccellenti per i quali, purtroppo, non sembra esserci la fila alla porta dei loro agenti.

Sensazioni in ordine sparso. Ci mancano le partite, i confronti veri, anche a porte chiuse pur dovendo dissentire da chi oggi accusa di codardia chi ha cantato a Caporetto il basket che mormorava, ma aveva davvero paura del contagio. Dicono che il Bianchini furioso, che considera codardi i nocchieri in FIP, Lega, ed Eurosistema, abbia in mente un golpe da evangelista se il Lazio dovesse girare le spalle al Petrucci, ma conoscendo le ragnatele siamo sicuri che il ragno sarà sempre lo stesso, pazienza per le povere mosche cocchiere.

Per ribellarsi e fare in modo che gli agnelli diventino leoni avremmo bisogno delle facce che con grande commozione appaiono ogni tanto sul sito della Lega: Gualco, ad esempio, ma che dire dei Giancarlo Sarti, dei Cappellari, dei Morbelli, dei Puglisi, del caro Lefevre, dei Corsolini, dei Buzzavo, dei Parisini, degli Acciari, insomma un manipolo che aveva il polso per aiutare i Maggiò, gli  Scavolini, la Roma burlona, i Benetton, le bolognesi d’incanto.

Nostalgia canaglia, come capita ai vecchi felici di sapere che all’estero i nostri ragazzi imparano: bel Polonara a Vitoria, speriamo che Flaccadori bimane diventi migliore. Bello sentire Caja che davanti al monumento Scola dice una verità da tenere cara: “Ci sono giovani vecchi e vecchi che hanno ancora tanto da dire”. Interessante la costruzione di Varese, giusto che Esposito abbia avuto uno come Crawford a Brescia, siamo contenti per il biennale di Gherardini ad Istanbul ed è probabile che il nuovo guru serbo assomigli all’Obradovic partito per un sabbatico che durerà pochi mesi. Curiosità per le scommesse arrigoniane e del valente Della Fiori a Cantù. Giusta la serie a 16 squadre, ma, per favore, se qualcuno ha dei dubbi lasci spazio a Torino ammesso che sulla piazza dei tre palazzi trovino gente che ha idee alla Zanetti, non fantasie da porta Palazzo. Interessante vedere cosa farà la Stella Azzurra, vivaio fiorente, in A2.

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