De Benedetti l’intoccabile

18 Gennaio 2018 di Indiscreto

Nella mitizzata America sarebbe probabilmente in carcere per insider trading, o nella migliore delle ipotesi semi-libero dopo una multa devastante. Invece nella povera Italia, sedicente culla del diritto, in prima serata televisiva distribuisce insulti, patenti di rispettabilità politica e avvertimenti. Carlo De Benedetti è da sempre un mistero poco buffo: dal perfetto timing nell’uscita dal Banco Ambrosiano alle confidenze di Renzi sulle banche popolari, passando per il quasi regalo di stato delle frequenze Omnitel, le tangenti di Olivetti alle Poste, i megadebiti delle sue aziende con banche politicizzate (MPS su tutte) e altri colpi sfiorati, come quello SME, ha percorso mezzo secolo di storia italiana mantenendo una rispettabilità sociale e di una credibilità presso i media che sono più incredibili degli esiti giudiziari delle varie vicende. Così ascoltandolo ieri su La 7 dalla Gruber mentre dava in sostanza del vecchio ingrato a Scalfari, soltanto perché non sono più in sintonia politica (fra l’altro nel finale ha sostenuto la stessa tesi del fondatore di Repubblica, cioè che Di Maio premier sarebbe il peggio del peggio) e facendo lo sborone alla Calboni, citando tutti i vip, da Obama a Blair, con i quali è stato a cena, non ci siamo sorpresi nel trovarlo così arrogante e sicuro di essere nel giusto, come se fosse normale compiere operazioni di Borsa dopo amabili incontri con funzionari della Banca d’Italia e presidenti del Consiglio. I fatti dicono che nonostante queste grandi entrature internazionali il finanziere italo-svizzero (ha la doppia nazionalità) ha spesso fatto i soldi in Italia e preso porte in faccia in Europa. Domanda dal fondo del bar, da uno che sta leggendo di Sturridge e Rafinha: perché De Benedetti è intoccabile?

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