Animali
Daniza e i polli
di Biro
Pubblicato il 2014-09-11
La morte dell’orsa Daniza, causata dall’incompetenza umana (crudeltà è invece quella di far vivere milioni di polli in lager, non si possono comprare i prodotti Amadori e Aia e poi linciare i cacciatori, per quanto idioti siano) impersonificata dalla Provincia Autonoma di Trento, ha avuto alcuni aspetti positivi fra i mille negativi: ha ricordato che gli animali non sono peluche, che hanno reazioni a determinati stimoli e che non sono indifferenti al contesto in cui vivono o, meglio, in cui sono costretti a vivere nel nome di un’ideologia iper-animalista non meno talebana di quella di chi considera gli animali come oggetti o comunque come esseri meno ‘importanti’ degli umani. Perché la diciottenne Daniza, che a Ferragosto aveva solo difeso i suoi due (o tre? È un mistero anche questo, come la telenarcosi alla trentina) piccoli da un presunto pericolo (si trattava invece di un cercatore di funghi… l’orsa, clemente, gli aveva solo fatto un piccolo graffio e dato una zampata alla scarpa, ma questo genio l’aveva messa giù durissima: la prossima volta cerchi i funghi all’Esselunga), non è che vivesse a Pinzolo da decenni. Ci era stata messa nel quadro di un programma di ripopolazione, visto che la sua specie nelle regione si era estinta. Sono stati così acquistati, sul finire degli anni Novanta, alcuni esemplari all’estero (fra questi il famoso Bruno, ammazzato dai tedeschi dopo avere doppiamente sconfinato) e messi in libertà, sia pure con chip per rintracciarli, nei boschi del Trentino. Insomma, una scelta stupida già alla base e ottusamente contro natura: per fortuna in Slovenia non vendono anche tirannosauri. La vicenda poi è stata politicamente strumentalizzata, improvvisamente sono diventati tutti animalisti, ma il miglior commento è contenuto nel comunicato della Provincia di Trento, presieduta da tale Ugo Rossi, del partito autonomista trentino tirolese: “In ottemperanza all’ordinanza che prevedeva la cattura dell’orsa Daniza, dopo quasi un mese di monitoraggio intensivo, la scorsa notte si sono create le condizioni per intervenire, in sicurezza, con la telenarcosi. L’intervento della squadra di cattura ha consentito di addormentare l’orsa, che tuttavia non è sopravvissuta. È stato possibile catturare con la medesima modalità, per poi prontamente liberarlo, anche uno dei due cuccioli, che è stato dotato di marca auricolare per assicurarle il costante monitoraggio. A tal fine sul posto è già operativa la squadra d’emergenza”. Il tono burocratico, vago, menefreghista e sciatto di queste righe dice tutto sul modo in cui è stata gestita (non dal corpo Forestale dello Stato, ma proprio dalla Provincia) l’operazione Daniza. Un mese per trovare un’orsa e ammazzarla. Almeno la Germania l’ha fatto apposta.