Basket
Dan Peterson agente CIA
Stefano Olivari 09/11/2021
Una delle più famose leggende metropolitane della pallacanestro italiana è quella su Dan Peterson agente della CIA, inviato da Nixon in Cile e quindi coinvolto nel golpe che nel 1973 avrebbe portato al potere Pinochet. Una voce che l’ora ottantacinquenne coach ha sempre preso con grande ironia, a volte alimentandola lui stesso, e di cui ha parlato anche qualche giorno fa a proposito di non sappiamo quale puntata dell’Ispettore Coliandro: fra l’altro nel 2009 lui in una puntata (Cous Cous alla bolognese) fu chiamato dai Manetti Bros ad interpretare proprio un agente CIA…
Dan Peterson è stato quindi un agente della CIA? È vero che dal 1971 al 1973 fu il commissario tecnico della nazionale cilena, dopo cinque anni da capo allenatore nella NCAA, a Delaware. Ed è vero che ci andò di fatto pagato dal governo americano, visto che i Peace Corps di cui faceva parte Peterson erano (anzi sono, perché Obama li ha rilanciati) un’organizzazione di volontariato che dai tempi di Kennedy si proponeva di portare una generica ‘cultura americana’ nei paesi sottosviluppati. Cultura che comprendeva educazione, medicina e tante altre cose, anche la pallacanestro.
Un periodo che Peterson ha ben raccontato, anche nei suoi libri, con la sua squadra spaccata fra giocatori di sinistra (Osvaldo Andrade sarebbe diventato ministro nel governo Bachelet) e giocatori di destra, manifestazioni pro o contro Allende che devastavano tutto, un clima di terrore che indusse Peterson a mandare a Chattanooga moglie e figli. Comunque nella primavera del 1973, durante un breve periodo a casa, Peterson parlando con l’amico Chuck Daly, proprio ‘quel’ Chuck Daly, scoprì che il suo vice Rollie Massimino dopo essere stato vicino alla Virtus Bologna aveva scelto Villanova.
E così la exit strategy dal Cile si materializzò. Curriculum mandato a Richard Kaner, avvocato di New York e personaggio chiave del boom della pallacanestro, e immediato contatto con un altro avvocato, Porelli: fu in questo modo, quasi offrendosi, che si materializzò il suo passaggio alla Sinudyne Bologna, dove Peterson sarebbe rimasto cinque stagioni prima di andare a Milano e diventare uno dei pochi personaggi davvero riconoscibili della nostra pallacanestro. Come lui stesso ha ricordato, arrivò a Bologna il 3 settembre del 1973, mentre Pinochet avrebbe preso il potere otto giorni dopo.