Cura Italia, #iorestoacasa con i delinquenti

19 Marzo 2020 di Indiscreto

Con il decreto Cura Italia quanti delinquenti stanno per essere scarcerati e messi agli arresti domiciliari grazie al coronavirus? Tutti quelli ai quali rimangano da scontare 18 o meno mesi di pena, e che non siano stati condannati per reati connessi a terrorismo, mafia, violenza sessuale e altri reati di quelli che fanno notizia. Con riferimento alla droga, ci pare di aver capito che il trafficante rimarrà dentro mentre gli spacciatori potranno uscire.

I potenziali beneficiari del virus e dell’inettitudine della nostra classe politica da circa 12.000, su un totale di 61.000 carcerati, potrebbero diventare circa 3.000. E anche meno, dicono molti avvocati, visto che gli arresti domiciliari sono subordinati alla disponibilità effettiva del braccialetto elettronico (ma è possibile che costi così tanto? Non lo sappiamo). Insomma, potrebbe essere un dibattito più che altro di principio.

La cosa che ci fa impazzire non è che in Italia ci sia da decenni più attenzione per i criminali che per le vittime, e se lo fai notare sei un retrogrado che non capisce la funzione rieducativa della pena. È che questa lagna del sovraffollamento, che si basa su dati di spazio concreti (le carceri italiane sono tarate per accogliere sui 50.000 detenuti, quindi siamo del 20% sopra il limite), viene da decenni risolta in vari modi ma non nell’unico logico, e cioè di costruire nuove carceri che rispettino una dignità minima.

Parentesi: molte carceri, stando a chi le frequenta, sono all’avanguardia sia come spazi sia come attività per il reinserimento. Se proprio riuscite nel miracolo di farvi condannare dovete sperare in Bollate, Orvieto e Padova, per fare qualche nome. A Marassi ed Aversa è invece decisamente più dura anche per i duri. Formare agenti di custodia non è lungo e costoso come formare esperti di malattie infettive, non si capisce quindi come mai una misura popolare (Più carcerati? Più carceri) presso quasi ogni tipo di elettorato, di destra e di sinistra, non sia mai stata presa.

Ma tornando al Cura Italia, c’è da dire che in Italia di fatto nessuno sconta in carcere pene inferiori ai 18 mesi, chi si trova nella condizione di beneficiare del decreto fa quindi parte di due tipologie di persone: condannati a pene superiori, che hanno appena scollinato il meno 18 mesi, oppure delinquenti abituali ai quali si applicano la recidiva e altri meccanismi del genere. #iorestoacasa, a prescindere da quello che ho fatto.

Share this article