Cristiano Ronaldo alla Juventus, prima del declino

10 Luglio 2018 di Stefano Olivari

Cristiano Ronaldo alla Juventus è il più grande colpo della storia bianconera, perché mai gli Agnelli avevano ingaggiato il miglior giocatore del mondo nel punto più alto della sua parabola. Altri, da Sivori e Platini in giù, lo sono diventati proprio per ciò che hanno fatto alla Juventus ma nessuno era mai arrivato a Torino avendo già questo status e una valutazione conseguente. Non perché i proprietari del club fossero all’epoca poveri, ma perché a volte l’opportunità politica lo impediva: adesso che in Italia non ci sono quasi più fabbriche di auto, ma musei che ricordano fabbriche di auto, le mani sono più libere e le logiche più internazionali. Un affare il cartellino di CR7, perché con i 100 milioni di euro da dare al Real Madrid (più 12 di altri oneri) si comprano due Cancelo e mezzo e nemmeno un Coutinho, un po’ meno l’impegno complessivo per l’ingaggio visto che 31 milioni netti a stagione fino al 2022 significano quasi 240 milioni di costo del lavoro e una serie di giocatori già in rosa pronti a battere cassa.

Però mai come in questo caso i discorsi da ragionieri sono assurdi, perché l’importanza di CR7 è soprattutto mediatica e di prestigio: i direttori sportivi non sono d’accordo, ma agli occhi della gente (e anche ai nostri, per quello che conta) un colpo da 100 vale infinitamente più di 10 colpi da 10. Chi ha la possibilità di prendere i Cristiano Ronaldo deve fare tutto per prenderli. L’unica incognita è rappresentata dal fatto che stiamo parlando di un giocatore di 33 anni, che da 16 vive da protagonista nel grande calcio chiedendo ed ottenendo il massimo dal suo fisico con allenamenti personali ai confini della realtà: il declino è dietro l’angolo, ma nessuno sa quando l’angolo verrà girato. E comunque la storia del calcio è piena di campioni che avevano dato tutto già a 25 anni, CR7 a 33 è ancora lì e ha già fatto sapere che quello in Russia non è stato il suo ultimo Mondiale. Certo è che sia nell’ultima stagione sia nel Real Madrid sia nel Portogallo ha mostrato qualche scricchiolio negli impegni ravvicinati e che in questo istante tutti sono convinti di aver fatto un super-affare: il Real liberandosi di un giocatore che aveva dato tutto e che era sempre più scontento, al quale non avrebbe mai potuto garantire l’ingaggio di Messi (peraltro nemmeno la Juve lo ha fatto) e meno che mai una serena convivenza con Neymar, i bianconeri venendo nominati in ogni angolo del globo ben al di là di quello che vinceranno sul campo.

Cristiano Ronaldo non assicura la Champions, ma la avvicina di molto, e non era necessario per un ottavo scudetto consecutivo che è alla portata anche di Higuain e Dybala in ciabatte. I giornalisti stanno adesso già facendo il loro sporco lavoro, giustamente in via di estinzione, spiegando al popolo che anche i non juventini dovranno essere contentissimi per CR7 alla Juve, nel nome del fantomatico ‘prodotto serie A’. Che peraltro è già stato venduto per il prossimo triennio, nemmeno aggiungendo Garrincha e Pelé si potrebbero incassare nuovi soldi prima del 2021. Parlando di numeri uno nella considerazione generale al momento del loro arrivo in Italia, Maradona era arrivato nel Napoli di Bruscolotti che aveva terminato il campionato undicesimo, Ronaldo in un’Inter di livello medio che non vinceva lo scudetto da otto anni e avrebbe continuato a non vincerlo per altri nove. Altri esempi non ce ne sono se si parla ‘Cazzo, il miglior giocatore del mondo è arrivato in Italia e nella mia squadra’. L’esultanza dei non juventini non ha quindi basi ideologiche chiare, perché dovrebbe riguardare un campionato vinto dalla squadra di Allegri con 45 punti di distacco sulla seconda. Ma gli storyteller troveranno la chiave giusta per farcelo piacere.

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