Cantucky
Credere in Tyus
Fabrizio Provera 25/09/2012
‘Ragazzi mi raccomando, fate piano e non urlate troppo. C’è la Messa della domenica sera’, disse il sacrestano. ‘Per favore, cerchiamo di non fare troppo rumore, c’è la Messa’, disse dal palco il tifoso degli Eagles, dagli evidenti trascorsi oratoriani (sicuramente, come si dice in Brianza, “al dea ves propri un brau fioeu”). Piazza Garibaldi, domenica 23 settembre, nella libera contea di Cantucky: 2000 e passa tifosi vocianti liberano l’urlo trattenuto a lungo, perché la Supercoppa Italiana questa volta è stata strappata dalle mani del Granducato senese, che visto da vicino a Rimini fa sempre paura, anche se meno del passato. Non è solo per la riduzione del budget, ma anche per l’irrequietudine della sfinge Ferdinando Minucci, insolitamente nervoso e imprecante dalla panca della Mps. Sono segnali, anche questi, che molti leggono come segno della caduta degli Dei senesi. Ma l’Imperatore, prima di abdicare, venderà carissima la pelle.Ma torniamo a Cantucky e al sacrestano della piazza dove tre generazioni di canturini si sono magicamente unite: l’epopea degli Allievi evocata dal sindaco Bizzozero (bravo), il traghettatore Francesco Corrado, sempre in primissima fila, e naturalmente i Cremascoli’s, che finalmente possono alzare il primo trofeo. Sorrideva col suo ghigno frutto di quasi mezzo secolo di vita tra parquet e dintorni, Bruno Arrigoni, che ha consegnato nelle mani del guru Andrea Trinchieri – sempre più visionario e ispirato, come Joy detto Labbra Fagan in The Commitments, la tromba che accompagnava Wilson Pickett, Otis Redding, The Four Tops, Stewie Wonder e i Beatles, prima ancora che Federico Buffa inventasse la sua aneddotica – una squadra niente male. Alla trimurti Mazzarino-Markoishvili-Leunen, ossatura inscalfibile, a Cantucky si è aggiunto una specie di Dean Martin del Pitturato, al secolo Alex Tyus, che si è convertito all’ebraismo e fa a pezzettini gli avversari con discrezione, muovendosi con eleganti passi di danza. Piacendo e non poco, Tyus, anche al nostro Direttore, che non è facile agli innamoramenti cestistici dei tempi che corrono (per uno che vive nel ricordo di Chuck Jura, intendiamoci, è senz’altro comprensibile). Poi c’è Jeff Brooks, dotato anch’egli di mezzi atletici sovrumani, che prima di coricarsi la sera – anziché leggere fumetti o masturbare qualche social network – legge Platone e Aristotele. Straordinario: imminente un passaggio dal parroco dell’oratorio di Cucciago, adiacente al Pianella, per approfondire San Tommaso e la prova ontologica di Sant’Anselmo d’Aosta. Jerry Smith, che nei primi due tempi della finale di Supercoppa avremmo voluto crivellare di colpi in stile ispettore Callaghan, ha invece sfoderato un secondo tempo da urlo. Dimostrando di avere numeri e attributi per diventare una point-guard di tutto rispetto. Aradori e Cusin, due certezze, cresceranno con il tempo.Stasera comincia il girone eliminatorio di Eurolega a Desio: più che Sofia, primo ostacolo, fanno paura i post-sovietici di Donetsk e Kazan, con dei roster da brivido frutto della ricchezza da petrol-rubli: la (fu) patria del comunismo e della lotta al capitale divenuta terra di novelli Paperoni. Altro che eterogenesi dei fini.. Per fortuna in finale ne arriverà soltanto una. Ma contro, se Cantucky dovesse arrivare a giocarsi l’accesso all’Eurolega, i post-sovietici non troveranno solo i 6.000 del pala Gladiatori e i ragazzi di Trinchieri: troveranno tutta la storia del popolo canturino, quello che durante la passeggiata notturna dell’8 settembre ci chiedeva a gran voce di arricchire il tetto del Pianella con un nuovo titolo. Ed ora che il desiderio è stato esaudito, saranno dolori per tutti gli avversari. Buona Eurolega a tutti, in attesa di sapere cosa farà Sky, che vorremmo tanto tornare in possesso dei diritti del basket europeo. Chiedere a Toni Cappellari..
Fabrizio Provera, 25 settembre 2012