Credere in Sinner
21 Agosto 2024
di Stefano Olivari
Crediamo in Jannik Sinner? Tutti noi tuttologi abbiamo detto la nostra sul caso sportivo del giorno (ovviamente non ci siamo astenuti), inutile riassumerlo. Tante domande, con la più importante che secondo noi è proprio quella del sondaggio e che va al di là dell’avvenuto accertamento dell’innocenza del numero 1 ATP, con le colpe di preparatore atletico e fisioterapista per avere usato (peraltro per una ferita di Naldi, il fisioterapista, ma l’acquisto era stato effettuato da Ferrara) con leggerezza un prodotto cicatrizzante contenente uno steroide. Prendendo per buona la decisione dell’agenzia antidoping del tennis, come del resto avremmo preso per buona una condanna, come cambierà la percezione di Sinner presso il pubblico generalista?
Non crediamo che Sinner vinca gli US Open che stanno per cominciare, per la somma di tanti problemi fisici e per la pressione dovuta alla gestione di questa vicenda, pressione che peggiorerà visto che gli chiederanno solo del doping, ma se dovesse accadere sarà interessante vedere come la vittoria sarà celebrata rispetto a quella degli Australian Open. I media, sia quelli rivolti al pubblico di Rugani e Morata sia quelli per gli appassionati di tennis, sono compatti come un sol uomo sulla linea ultra-innocentista: un po’ per nazionalismo editoriale (la finale di Cincinnati con il sempre più antipatico Tiafoe ha avuto più telespettatori di diverse partite del primo turno di Serie A), un po’ per il quieto vivere, parlare bene di qualcuno conviene sempre, un po’ per convenienza pubblicitaria: su Indiscreto stupidamente abbiamo scritto gratis per 24 anni, ma nei posti seri, quelli che devono pagare stipendi, è un problema se vengono a mancare paginate e spot di Intesa San Paolo, Lavazza, Nike, Parmigiano Reggiano, eccetera.
Ovvio poi il discorso per chi trasmette le partite, impossibile ascoltare a Sky una critica a un tennista o a un qualunque sportivo italiano (le odi a Maresca, sulla fiducia, portano in automatico a tifare contro il Chelsea), e per chi vive di elemosine della federazione che ha aggiunto una P prima che che Sinner diventasse Sinner (di recente avete sentito nominare il padel?). Meno ovvio per il grande pubblico, che segue Sinner come una volta poteva seguire Tomba o Pantani. In altre parole, passata qualche settimana tutto sarà dimenticato e superato da altri casi di attualità? Gli spericolati paralleli che si sono letti fra Sinner e Schwazer, uno fino a prova contraria innocente contro un dopato recidivo, hanno almeno un fondamento, e cioè che anche di fronte all’evidenza la gente crede in ciò a cui vuole credere, dal Merckx di Albisola a Borriello-Belen. Crediamo quindi in Sinner? Personalmente sì, crediamo in Sinner anche oltre lo storico ‘Say it ain’t so, Joe’, ma senza mitizzare nessun fenomeno o presunto tale, da lui a Pogacar, da LeBron James a Messi. Tutta gente che è importante perché gli diamo importanza noi.
stefano@indiscreto.net
Commenti Recenti