Cosa resterà di Casiraghi
16 Agosto 2008
di Stefano Olivari
Per quanto visto finora sarebbe stata un’Italia del calcio in grado di giocarsi l’oro con il grigio Brasile presentato da Dunga. Sarebbe stata, appunto, perché contro il Belgio non è finita l’era Casiraghi-Zola (a detta di Abete, che comunque a caldo non aveva esonerato nemmeno Donadoni) all’Under 21 ma di sicuro la nostra Olimpiade sì. Per le tante occasioni sbagliate, i tantissimi ribaltamenti non trasformati in qualcosa di concreto e la morbidezza dei difensori nell’uno contro uno, tremendi Bocchetti e Crescito, che hanno influito sul risultato più degli errori di Baldassi, già trasformato in neo-Moreno da alcuni opinionisti tivù, che due rigori li ha comunque assegnati (non vedendone un terzo) ed il Belgio in dieci per un’ora lo ha fatto giocare espellendo Vermaelen per fallo da ultimo uomo. Italia fuori e quindi prevedibili pagelle piene di insufficienze, ma a parte i difensori (ci mettiamo anche i riflessi lenti di Viviano sul tiro del tre a due di Dembele, la confusionarietà di Motta, il De Ceglie da compitino) ed un Acquafresca spaesato la squadra azzurra ha fatto il suo. E tutti hanno come spirito onorato i Giochi, anche un Tommaso Rocchi che per il suo infortunio si è addossato colpe che probabilmente erano dei medici della Nazionale. Cosa rimarrà di questa spedizione cinese? Un gruppo da cui Lippi prenderà il meglio: da centrocampo in su c’è da scegliere, dietro bisognerà essere creativi resistendo alla tentazione di pregare Nesta.
Stefano Olivari
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