Cosa dovrà vendere Suning: l’Inter

25 Marzo 2021 di Indiscreto

Gli Zhang sono alla ricerca di minimo 250 milioni di euro per far finire la stagione all’Inter senza pendenze e presentarsi al via della prossima senza essere obbligati a svendere un club nel peggior momento storico nella storia recente dello sport. Poi loro e i loro lacchè mediatici si lamentano se il sindaco di Milano non vuole regalare l’area di San Siro a due club che fra pochi mesi potrebbero cambiare proprietario ed essere di Bin Salman (quello del ‘rinascimento arabo’ di Renzi) come di Messina Denaro. Quale sarebbe l’interesse di Milano nel distruggere il suo stadio e nel far costruire a tariffe agevolate centri commerciali in cui nessuno va più per comprare (tamarri e tamarre ci vanno per mancanza di interessi), uffici in cui nessuno va più e case per una classe sociale che esiste sempre di meno?

Ma al di là di queste facezie troviamo interessante che la stampa cinese incominci ad avere dubbi sull’intero gruppo Suning, non solo sull’Inter che rappresenta meno dell1% del suo fatturato: la copertina del magazine Caixin, facente parte di un gruppo che può essere considerato una specie di Bloomberg locale, con il titolo ‘Adesso cosa dovrà vendere Suning?’ è una campana a morto per il futuro del gruppo. Visto che Zhang Jindong non è un eversore del sistema o un miliardario alla Jack Ma che voglia sembrare meno cinese, ma un membro del partito unico (qualche tempo fa grazie ad un commentatore di Indiscreto abbiamo però scoperto che in Cina ci sono molti partiti) considerato fino a poco tempo fa in carriera. Nessun giornale importante lo avrebbe mai attaccato, in Cina, senza un cambiamento del vento politico.

Zhang padre è un uomo che si è fatto da solo, che ha creato un impero partendo da un negozietto, è quindi tutto tranne che uno stupido: non andrà in un campo di rieducazione soltanto per difendere lo stipendio di Gagliardini.

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