Coronavirus, la fine del turismo sanitario?

5 Marzo 2020 di Indiscreto

I tanti numeri sulla sanità italiana citati per la vicenda coronavirus ci hanno ricordato che la Lombardia è la regione italiana con il numero maggiore di persone che ogni anno arrivano da altre parti di Italia per farsi curare. Si parla di 165.000 ricoveri di pazienti extraregionali, con a seguire Emilia Romagna (108.000 ricoveri), Lazio (79.000), Toscana (66.000) e Veneto (60.000). Una parte alta della classifica che mette insieme regioni rosse e non rosse, rendendo quindi difficile identificare il ‘bene’ o il ‘male’ con una parte politica.

A guidare la classifica delle regioni che ‘perdono’ pazienti ci sono invece Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Abruzzo, anche in questi casi con governi di differente colore. E il totale è di 800 mila persone che, in generale, si spostano in Italia per curarsi altrove. Una situazione che già in passato ha scatenato diverse polemiche tra chi, al Nord, si vanta della propria sanità di eccellenza e chi, al Sud, sostiene che questo sia anche dovuto al cosiddetto ‘turismo sanitario’ con relativa spesa, indotto e compensazioni dalla regione di origine. Secondo questa teoria al Nord converrebbe che il Sud resti arretrato.

Al di là della mancanza di personale e tutte le polemiche storiche tipo quella sul costo delle siringhe, oggi con l’esplosione del coronavirus quello che stupisce è l’ipotesi che se il contagio dovesse diffondersi al Sud le relative strutture non sarebbero pronte a far fronte all’emergenza con conseguente catastrofe sociale e non solo. In altre parole, in presenza di un’epidemia significativa al Sud il turismo sanitario da tragedia finanziaria si trasformerebbe in tragedia vera e propria, perché con lo spargersi del panico anche gli ospedali del Nord collasserebbero.

Ma c’era bisogno di un’epidemia con rischio pandemia per accorgersi del problema? La Sanità non dovrebbe essere sempre e comunque una priorità ed essere pronta ad emergenze, ovunque? E di chi è la colpa di tale situazione? Ecco che, oltre a queste domande, chiediamo ai lettori di Indiscreto se si sono mai fatti curare in una Regione diversa dalla propria.

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