Coppa del mondo di rugby 2019, prima di tornare a Cuadrado

20 Settembre 2019 di Indiscreto

La Coppa del Mondo di rugby 2019 comincia oggi in Giappone, per la gioia degli appassionati veri e il dispiacere di chi deve ascoltare le lezioni di sport da quelli improvvisati. Negli ultimi anni in Italia il rugby non ha aumentato di molto il suo pubblico, anzi, ma di sicuro ha saputo meglio di altri sport intercettare un pubblico generalista, quel pubblico del genere ‘La Pellegrini è arrivata soltanto quarta alle Olimpiadi’.

In altre parole, mentre nessuno fuori dalla parrocchietta della pallacanestro sapeva dell’esistenza del Mondiale cinese (e l’Italia solo su Sky, scelta strampalata di Petrucci, non ha aiutato), molte persone anche lontanissime dal rugby sanno della Coppa del Mondo di rugby e che gli azzurri dopo Namibia e Canada giocheranno contro gli impossibili Sudafrica e Nuova Zelanda.

Quattro anni fa dopo la fine del Mondiale in Inghilterra e Galles, proponemmo un sondaggio scherzoso fra Richie McCaw, capitano della Nuova Zelanda campione (come capitano era stato nella squadra campione 2011), e Juan Cuadrado, che era appena passato in prestito dal Chelsea alla Juventus ed era oggetto delle discussioni tattiche di tutti noi. Però in quel periodo c’erano state anche tante discussioni sul rugby, in certi giorni sembravamo diventati un popolo di rugbisti, tipo i velisti per Azzurra e il Moro di Venezia. Per questo il confronto fra Cuadrado e McCaw fu vinto dal colombiano di poco, 52 a 48.

Non riproponiamo il sondaggio, ma soltanto una domanda proprio sul finale di Giappone (si fa per dire, visto che per metà non è giapponese)-Russia, prima partita della Coppa del Mondo di rugby 2019. È meglio interessarsi a uno sport solo ogni 4 anni, in occasione della sua massima competizione, o non interessarsene proprio? Non è una domanda retorica, perché a volte pensiamo che sia meglio essere superspecializzati, anche da semplici spettatori, per godere delle sottigliezze, ed altre che sia sempre meglio avere un quadro generale, che per motivi di tempo sarà superficiale.

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