Conte o Spadafora?

7 Maggio 2020 di Indiscreto

Giuseppe Conte o Vincenzo Spadafora? Chi fra il presidente del Consiglio e il ministro dello sport interpreta meglio il sentimento degli italiani, a proposito della ripartenza della Serie A di calcio? Un tema importante anche a livello simbolico, essendo il calcio la metafora delle nostre vite, anche di quelle di chi odia il calcio o di chi ormai ne è annoiato. Per questo è importante, non certo per i suoi contenuti tecnici né tanto meno per quelli etici.

Siccome i sondaggi sono contrastanti, il nostro ‘Di qua o di là’ ha cittadinanza al di là delle dietrologie politico-sportive (Malagò, incattivito contro le federazioni degli sport importanti, che fa da suggeritore a Spadafora) e delle considerazioni medico-scientifiche, visto che dopo tre mesi di overdose mediatica si è tornati a trattare i medici non più come guru onniscienti ma come tutti gli altri professionisti: ci sono quelli bravi, quelli scarsi, e soprattutto una massa che non fa la differenza né in positivo né in negativo (una laurea in discipline scientifiche e nemmeno occuparsi genericamente di ‘ricerca’ trasformano in scienziati).

La ripartenza della Serie A è quindi ormai soltanto una questione ideologica, visto che nella Bundesliga che ha appena avuto il via dalla Merkel, e che probabilmente ripartirà fra 8 giorni, non è che manchino i casi di positività da Covid-19. Volendo forzare un po’ la contrapposizione, Spadafora si fa interprete di quell’Italia che in fondo non è contraria ad una decrescita e ad un ridimensionamento dei consumi (“La salute prima di tutto!”, come se la vita coincidesse con la sopravvivenza), mentre Conte pur non potendolo dire sarebbe disposto ad accettare dei rischi pur di non azzerare l’economia e soprattutto non ritrovarsi la gente in piazza. Conte o Spadafora?

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