Contanti, un fastidio alla nonna per battere il camorrista

20 Ottobre 2016 di Indiscreto

Esiste qualcuno così stupido da far riemergere soldi detenuti in contanti derivanti da somme nascoste al Fisco, pagando il 35%? L’analisi dell’ennesimo condono, anche se formalmente non si chiama così, all’italiana previsto nella Legge di Stabilità 2017, tuttora in divenire, dovrebbe partire secondo noi da questa domanda. Perché se il denaro, in contanti e non, detenuto all’estero senza dichiararlo porta in ogni caso ad avere dei guai (comunque è minore la tassa da pagare, 15%, ad incentivare chi all’estero ha soldi giustificabili e spendibili in loco), non esistono invece leggi che possano spaventare chi tenga il suo contante in una cassetta di sicurezza italiana o sotto la classica mattonella, che dai fratelli Capone ad oggi è nell’immaginario e nella realtà di molte famiglie. Risparmiamo il Di qua o di là ‘Contante o carta?’, perché l’abbiamo già proposto (con vittoria della carta) e andiamo dritti al punto: perché queste battaglie contro il contante? Oltretutto in un momento storico in cui stanno per diventare realtà (manca poco) i tassi negativi sui conti correnti, che renderebbero dannoso oltre che inutile tenere i soldi in banca senza investirli (possibilmente non nei diamanti proposti dalla SuperMegaBanca). Gli unici potenzialmente interessati a far riemergere il contante sono quelli che devono sostenere una spesa altissima in Italia, tipo l’acquisto di una casa, e tracciabile, ma forse tutto sommato nemmeno loro. Stiamo quindi parlando di una guerra ideologica, non certo ai grandi evasori che attraverso società ad hoc possono aggirare ogni divieto, ma alla detenzione e all’uso del contante da parte della gente comune, che in Italia è ancora altissimo: nel nostro paese ancora oggi l’87% delle transazioni è regolato attraverso pagamenti in contanti. Di più: come scrive Ettore Livini su Repubblica l’Italia è in fondo alla classifica dei paesi civili per pagamenti elettronici (carta di credito o bancomat) pro capite: 30,1 operazioni l’anno. Siccome noi e la maggior parte dei nostri conoscenti paghiamo con la carta anche i 10 euro di spesa al Simply (e ci arrabbiamo quando siamo in coda dietro alla classica vecchia che conta le monetine), è evidente che esistono tante persone che, senza essere disoneste, proprio culturalmente non accettano l’uso delle carte. E quindi? Ricordando la fine dell’emissione della banconota da 500 (dal 2018, mentre la validità di quelle attuali rimarrà) euro e ancora di più il limite di 3.000 euro nei pagamenti in contanti, è soltanto con l’abolizione totale del contante che in un colpo solo verranno spazzati via pagamenti in nero, economia sommersa e gran parte delle criminalità finanziaria e di strada. Nemmeno in Gomorra riuscirebbero a far pagare il pizzo con il POS, per non parlare di arbitri difficili da comprare con la Visa e di tangenti che sarebbe un problema dare con un bonifico. C’è chiaramente un problema di limitazione della libertà individuale, quindi la scelta realistica è fra il Grande Fratello bancario e la semilibertà (già adesso tutti possono sapere tutto di noi) attuale con limiti ancora più bassi all’uso del contante.

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