Concerti natalizi, di Oscar Eleni

2 Gennaio 2009 di Oscar Eleni

Fine anno elegante per chi ha costruito un bellissimo scaffale e può mostrarlo agli amici, anche quelli che non si sono ricordati di fargli almeno gli auguri, quelli a zero lire con le offerte, anche al mondo intorno a lui che trova ogni scusa pur di non brindare insieme. Tristezze dei ricordi, ma come diceva un tale di Corleone è meglio non scordarsi certe cattiverie. Verrà il giorno in cui ci si ricorderà anche degli auguri mai arrivati. Tornando a noi, pensiamo al nuovo anno passato ascoltando musica, andando dietro alla bacchetta dei direttori d’orchestra, guardando l’armonia dei ballerini, un modo per non pensare ad altro anche se la prima settimana dell’anno cestistico ci dirà molte verità e potrebbe anche escludere dalle otto per le finali di coppa Italia la Fortitudo Bologna se Luca Dalmonte, dimenticando di essere stato allievo di quella grande scuola, toglierà le stelle filanti dalle spalle di Cantù per scatenare la più bella delle crociate, quella che potrebbe dare paradiso non artificiale alla NGC, anche se vi diremmo una bugia se considerassimo riuscite le belle stagioni sportive soltanto raggiungendo prima le finali ad otto della coppa Italia e poi, molto più importanti, quelle della griglia per uno scudetto che soltanto i visionari vedono staccarsi dal cielo di Siena. Dalmonte ci dice che la GMAC, al completo non dovrebbe esserlo e non lo consideriamo un vantaggio per Cantù perché le panchine lunghe creano grande infelicità in posti dove il fesso è sempre quello che dirige dalla panchina, insomma questa Fortitudo a pieno organico potrebbe essere l’unica vera antagonista del Montepaschi, più di Roma che ancora non sa come convincere Nando Gentile a non rispettare la parola data a Jasmin Repesa, più della Virtus che sarà proprio a Siena senza schierare il genio della lampada Boykins scappato e tornato sui suoi passi perché l’euro vale pur sempre più del dollaro. Certo che la Fortitudo ha giocatori importanti, ma chi può capire una squadra che scava nella miniera di Milano e poi viene derubata di tutte le certezze, appena ritrovate in casa Armani, sul sentiero che porta a Pesaro dal Pino marittimo Sacripanti? Nessuno, neppure chi la dirige e difficilmente anche chi deve affrontarla in questo anticipo della domenica dedicata a 12 ore di basket televisivo dagli starosta di Sky che presto saranno assediati dalle commissioni legatoie, passeri solitari che non hanno neppure un nido, ma pretendono di cantare nel coro degli angeli che contano. Tornando ai nostri concerti, pensando alla lunga milizia di Pancotto, allenatore delle Aquile bolognesi, e al bel tirocinio di Dalmonte, guida delle Querce canturine, un tempo, nei giorni degli Allievi si pensava che servisse un nome di battaglia solido e legato alla città, una scelta tipo americano tanto per saltare a piedi pari gli sponsor che cambiano troppo spesso e confondono chi non è seduto nella piccola caverna dei matti per la pallacanestro come dice il vate Bianchini sul suo sito, insomma studiando la vita degli allenatori ci siamo chiesti se sono poi così diversi e così meno importanti dei direttori d’orchestra. Gianni Rivera, tanti calciatori e sportivi famosi nei vari sport di squadra, hanno sempre detto che l’allenatore conta al massimo per il 20 per cento, eppure quando vedi una orchestra fare grande musica, un’orchestra dove ci sono i primi violini, i tamburi e i tromboni, l’arpa, ma anche il controfagotto, tutti riconoscono che il successo è tutto merito del direttore, del giovane Toscanini, del Barenboim argentino. Per gli allenatori no. Nessuno sa spiegare. Forse la categoria ama proteggersi in questo modo: finta modestia dicendo che il merito è tutto dei primi violini, porta aperta per sentirsi assolti quando l’orchestra stona, il ballo non funziona, la palla resta in mano ad un uomo solo e l’armonia si perde lontano dal ciuff delizia dei giorni in cui la palla si prendeva, si passava, si tirava verso il canestro senza aver paura di quelli che portavano la tua stessa maglia.
Oscar Eleni
(per gentile concessione dell’autore)
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