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Attualità

Con Merola il Ricciardi migliore

Indiscreto 21/04/2020

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Mario Merola e Walter Ricciardi hanno recitato insieme in tre film, ovviamente con Merola protagonista. È cosa nota e stracitata. Negli ultimi giorni il dubbio è stato piuttosto un altro: Ricciardi fa parte della pur screditata e filocinese Organizzazione Mondiale della Sanità o no?

La risposta è no, come del resto ha spiegato anche la stessa OMS: il medico napoletano, attuale consigliere del ministero della Salute e star televisiva nel filone panico-paura, nel 2017 fu nominato dal governo Gentiloni rappresentante italiano presso la WHO (OMS, traducendo) e tale è rimasto. Ma ovviamente avrete capito che non ci importa nulla del Ricciardi attuale, mentre molto di quello giovane.

Dei tre film interpretati con Merola quello che consigliamo caldamente è Napoli… la camorra sfida, la città risponde, ben diverso dalla classica sceneggiata napoletana (non fosse altro che per la mancanza di canzoni) ma piuttosto inseribile come atmosfere nel genere poliziottesco anni Settanta che anche con gli occhi dello spettatore medio di oggi è godibilissimo, senza fare gli snob o i Tarantino della mutua.

Consigliamo quindi di guardare il film, lo potete trovare anche su You Tube ma potremmo scommettere che lo daranno presto anche sullo strepitoso Cine 34 di Mediaset, perché è un grande esempio del cinema di genere e anche perché ha uno dei finali più violenti e drammatici nella storia del cinema italiano. Non c’è spoiler che tenga: anche sapendo come va a finire non resistiamo mai.

In sintesi: Merola è un imprenditore onesto nel mirino della camorra e Ricciardi è suo figlio. Solo che Francesco Gargiulo-Merola per paura di ritorsioni non vuole denunciare i malviventi e il loro boss Santoro (il meraviglioso Antonio Sabàto, icona del poliziottesco e con un figlio più famoso di lui), mentre il più coraggioso Marco Gargiulo-Ricciardi raccoglie prove contro i camorristi e li fa arrestare. Per vendetta Santoro fa iniettare a Marco una dose di eroina che lo fa impazzire (la scena nell’ospedale psichiatrico ci fa sempre paura) e solo a questo punto Merola decide di scatenarsi contro la camorra.

La battaglia finale ha scene d’azione un po’ alla Alex l’ariete, ma il modo in cui Santoro viene ucciso (con un gigantesco crocifisso di legno) è degno dei grandi finali alla Van Damme, con i cattivi che finiscono squartati da ganci o cose del genere. Pur essendo del 1979 rimane un film interessante e fra 100 anni (ma speriamo anche fra 10) ci si ricorderà di Ricciardi soprattutto per questo.

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