Comprare azioni TIM

23 Novembre 2021 di Stefano Olivari

Le azioni Tim sono quotate 0,45 euro, mentre scriviamo questo post dal titolo furbo, che però è sempre meglio di un titolo stupido. Tutti gli interessati alla materia hanno letto delle ultime vicende del gruppo telefonico, dalla manifestazione di interesse del fondo KKR per un’Opa a 0,505 euro sul 100% del capitale al balzo del titolo fatto ieri, un clamoroso più 30,2% che è roba da scommettitori. Saltiamo i discorsi sui massimi sistemi e sulla storia di Telecom, dalla privatizzazione di Prodi (e Guido Rossi) del 1997, e veniamo all’unica domanda che interessa noi con la tessera vitalizia del parco buoi: le azioni di Tim sono da comprare anche anche adesso?

‘Manifestazione di interesse’ è diverso da Opa, quindi KKR non si è impegnata a fare niente ed anzi ha detto che senza l’ok di Draghi non procederà. Comunque il prezzo del titolo si è avvicinato a quello della presunta offerta ed è da qui che dobbiamo partire a meno di non avere già il titolo in pancia (noi l’abbiamo comprato e venduto infinite volte, soprattutto in quella triste epoca in cui ci eravamo appassionati all’analisi tecnica: più produttivo guardare Mainz-Bochum).

Il principale azionista di Tim sono i francesi di Vivendi, con il 23,74%, con un prezzo di carico che è più del doppio del prezzo attuale, che quindi accettando l’offerta, sempre presunta di KKR, avrebbero minusvalenze paurose senza contare il fatto che Tim gli è utile anche politicamente in Italia. Il secondo azionista, con il 9,81%, è la Cassa Depositi e Prestiti che molti, non solo i 5 Stelle, sono convinti sia un Bancomat: è ovvio che la Cdp farà quello che dirà il Governo, che in ogni caso ha il cosiddetto golden power, cioè in concreto la possibilità di mettere veti sui cambi di proprietà di aziende di settori strategici.

Sì, va bene, ma le azioni Tim sono da comprare o da tenere anche a 0,45 euro? La risposta è no guardando, per quello che contano, i target price di Tim fino a settimana scorsa, in pochissimi casi superiori a questi 45 centesimi. La risposta è sì, ed è anche la nostra, pensando che ci sono anche altri fondi interessati all’azienda, che l’azienda ha potenzialità inespresse e che, valutando un premio di maggioranza, si potrebbe andare almeno un 20% sopra al di là della volontà di Vivendi di vendere anche se è chiaro che essere il secondo azionista con il primo al 51% avrebbe poco senso.

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