Commisso all’ultimo stadio?

25 Settembre 2020 di Stefano Olivari

Rocco Commisso si è stancato dell’Italia, di Firenze e quindi della Fiorentina? Ascoltandolo ieri nella conferenza stampa del genere ‘Non ci lasciano fare il nuovo stadio’, ormai un genere giornalistico a parte per proprietari stranieri e italiani, quest’uomo ci è sembrato sincero. Forse la sua metà italiana, per non dire calabrese, ha già capito tutto, ma quella americana davvero non concepisce che uno che vuole investire 250 milioni di euro su un territorio rappresenti un problema.

Rispetto a tanti altri progetti di nuovi stadi, pensiamo a Milano e Roma, quello di Firenze (soprattutto nell’ipotesi del rifacimento del Franchi, non quella di Campi Bisenzio) sulla carta non è collegato ad ecomostri immobiliari o commerciali, ma è soltanto uno stadio da 42.000 posti ipermoderno. Una filosofia diversa, diremmo politicamente più realistica, rispetto alla versione originaria (2009) della Cittadella Viola nella testa dei Della Valle, in altra area e che sarebbe stata una specie di Disneyland (per noi un pregio, peraltro).

Eppure anche a Firenze, dove non c’era esattamente la coda per rilevare la società, sono spuntati un po’ da ogni parte politica i signor no. Meno simpatici di Ludovico Peregrini e bene inseriti nel trend italiano degli ultimi anni, rafforzato dal Covid: meglio non fare niente, così non si rischia niente, e spartirsi l’IRPEF dei veneti, che investire (anche soldi di altri!) pensando al futuro. I 5 Stelle stanno per fortuna scomparendo, ma indubbiamente hanno intercettato lo spirito del tempo ed il partito che li sta inghiottendo ne ha tenuto conto.

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