Economia
Come trovare lavoro sul web (o perderlo)
Stefano Olivari 19/12/2019
State cercando lavoro? Sappiate che nel 44% dei casi il vostro profilo viene scartato da chi lo sta offrendo, o da recruiter, dopo avere visionato i vostri profili social. Soprattutto LinkedIn, come è ovvio, ma anche Facebook e in misura minore Instagram e Twitter. Insomma, al di là delle competenze e dell’esperienza che si possono elencare nel curriculum è importante anche quello che scrivete, l’immagine che date di voi. Traduzione in cialtronese: siamo nell’era del personal branding.
La ricerca della Adecco e dell’Università Cattolica contiene altri dati molto interessanti, primo fra tutti è che LinkedIn è ancora uno strumento importante per i recruiter italiani e le aziende, ma con tendenza al ribasso (era l’88% nel 2015, è il 74% oggi). In altre parole, si cerca di capire la personalità di un candidato attraverso la sua intera attività sul web. Postare contenuti a favore di Casa Pound o delle Sardine, ma anche della Lega o del PD, può senza dubbio togliervi opportunità.
Negativo, dal punto di vista del recruiter, è anche postare cose troppo personali o familiari. Negativissimo insultare, per un qualsiasi motivo, ma anche essere insultati: nelle aziende strutturate, quelle serie, le personalità divisive possono avere senso a livello di top management ma al di sotto la preferenza viene accordata a chi non si espone. Da evitare le battute, la maggior parte delle persone non le capisce.
Va sottolineato che il web non è la soluzione a tutti nostri problemi, perché la percentuale di candidati che è stata assunta dopo essere stata contattata via social da un recruiter o da un’azienda è del 3,2%. Quindi il 3,2% di un gruppo di candidati già in teoria qualificato…
La morale è molto semplice. A livello medio e medio-basso chi non prende posizione su niente e dà l’idea di avere un carattere conciliante è meglio visto di uno che ogni giorno può crearti un problema con un cliente o con un collega. In altre parole, per trovare il mitico ‘posto’ anche le persone intelligenti devono fingere di essere mediocri, almeno all’inizio. Senza contare che in ogni caso i meccanismi psicologici di gratificazione rendono i social network la terra promessa del conformismo, quando si posta con la propria vera identità.