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Come scaricare il Green Pass

Indiscreto 08/10/2021

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Fra una settimana, 15 ottobre 2021, il Green Pass, aka Certificazione Verde Covid-19, diventa di fatto obbligatorio per lavorare sia nel settore privato sia in quello pubblico, a meno di non farlo da casa, mentre lo è già da tempo per tutto il resto della vita sociale: la tristezza che abbiamo provato ieri sera nel mostrarlo per poterci fare la doccia dopo il calcetto ha pochi eguali. Ma non buttiamola in politica e in questa nostra rubrica di servizio, che cercherà di rispondere alle domande quotidiane con l’approccio dell’utente e non quello dell’esperto, cerchiamo di andare sul concreto: come si scarica il Green Pass? È davvero necessario avere un computer e/o uno smartphone per ottenerlo?

La risposta è semplice e dipende dall’aver ricevuto via sms o mail il codice che certifichi almeno una di queste tre situazioni: la vaccinazione, la guarigione nei sei mesi precedenti e il test negativo da Covid-19 (antigenico rapido nelle ultime 48 ore o molecolare nelle ultime). Se lo si è ricevuto, ed è il caso della maggior parte delle persone, basta andare sul sito governativo https://www.dgc.gov.it/web/, con a portata di mano la tessera sanitaria (che abbiamo tutti), più la CIE, cioè la carta di Identità Elettronica, o lo SPID, cioè l’identità digitale (noi l’abbiamo ottenuto con facilità in dieci minuti di attesa all’ufficio postale, ma ci sono altri modi più moderni).

In alternativa a questo metodo per così dire statale si può accedere al proprio Fascicolo Elettronico Regionale, anche in questo caso con SPID e CIE. I più avanzati, fra quelli che hanno ricevuto il codice, hanno a disposizione anche un terzo metodo e cioè scaricare sul proprio smartphone la famosa app Immuni o la meno famosa app IO, disponibili per tutti i tipi di apparecchio, poi da lì farsi guidare. Noi saremo stati sfortunati, ma con la app non siamo riusciti.

E chi non ha ricevuto l’sms o l’email come fa a recuperare il cosiddetto Authcode? Ovviamente non l’ha ricevuto chi non è stato vaccinato, non è guarito e non ha avuto negativo il test. Ma di non ricevere niente è capitato, al di là di problemi tecnici con il telefono o la posta elettronica, anche a diverse persone che conosciamo e che avrebbero avuto i requisiti per il Green Pass, in particolare a chi faceva parte dei primi gruppi di vaccinati, per categoria professionale o patologia. In questo caso per avere il proprio codice basta andare sul sito governativo prima citato e lasciare i propri dati.

Ci sono ovviamente tanti casi di persone lontanissime da qualsiasi forma di tecnologia, con un telefono antico e/o nessuna connessione internet. Loro possono andare dal loro medico di medicina generale o in farmacia, che come minimo saranno in grado di fornirgli il Green Pass in forma cartacea: dei medici non sappiamo, ma abbiamo testimonianze dirette che il canale delle farmacie funziona.

E chi proprio del Green Pass non ne vuole sapere, per scelta? Per lavorare, viaggiare in Italia e nell’area Schengen dovrà essere munito della certificazione rilasciata da ospedali, laboratori, medici di medicina generale o farmacie che attestino l’esito negativo di un test molecolare effettuato nelle 72 ore prima o di un test antigenico effettuato nelle 48 ore prima. Le stesse strutture possono anche rilasciare certificati di avvenuta vaccinazione o guarigione, anche loro sostitutivi del Green Pass: chi è ossessionato dalla privacy, salvo poi lasciare qualsiasi dato a Facebook e Google, può scegliere questa strada.

Di base il Green Pass arriverà fino al prossimo 31 dicembre, termine presunto dello stato di emergenza, ma è probabile che si vada anche più avanti. Il punto non è comunque questo, e nemmeno il merito medico-scientifico della questione (non siamo virologi, il nostro sì da caproni non ha alle spalle più studi di un eventuale no da caproni), ma quello dell’utilità: una sorta di tassa da pagare per tornare a vivere in maniera abbastanza simile a prima. Poi è chiaro che la verità la sapremo fra vent’anni, a meno di essere per l’epoca una colonia cinese.

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