Basket

Citazione da Dream Team

Stefano Olivari 02/05/2012

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Rose, Howard, Billups, Adridge: un quinto dei probabili olimpici americani di Londra è stato messo fuori gioco dalle 66 partite di stagione regolare compresse in 4 mesi, anche se nei casi di Rose e Howard c’erano situazioni fisiche che si trascinavano da molto tempo e che sarebbe assurdo archiviare sotto il temino dal titolo ‘Si gioca troppo’. Certo è che dopo l’uscita di scena anche di Lamar Odom, fra Kardashian e scarso ambientamento a Dallas, gli Stati Uniti che dovranno vincere la medaglia d’oro ai Giochi sono praticamente scontati anche se il capo di USA Basketball Jerry Colangelo ha parlato di possibile aggiunta di un paio di giocatori al roster da cui Coach K e i suoi assistenti (fra i quali Mike D’Antoni) faranno uscire i dodici prescelti. Dei 20 annunciati a gennaio, con un anticipo assurdo in una stagione come questa, sono rimasti in piedi (anche se siamo a nemmeno metà del primo turno dei playoff), li citiamo in ordine di indigeribilità per gli avversari FIBA, questi 15: Durant, Anthony, Love, James, Paul, Wade, Bosh, Williams, Westbrook, Gordon, Bryant, Chandler, Gay, Iguodala, Griffin. E’ evidente che dei cinque indisponibili il giocatore che non ha un sostituto è Howard, con tutto che il suo gioco è forse il meno FIBA di tutti (e che in una squadra che deve vincere Chandler sia meglio). Il nome più scontato da coinvolgere sarebbe quello di Bynum, ma non sarebbe strampalato pensare anche alla freschezza di un Anthony Davis che avrebbe il traino psicologico del’essere la scelta numero uno al draft e anche quelle mediatico di essere un po’ una citazione, con tutte le differenze del caso, del Christian Laettner nel Dream Team di 20 anni fa a Barcellona: unico con un passato solo scolastico insieme a undici fenomeni. Bisogna ricordare infine che questi atleti non sapranno fino a poco prima di Londra chi è stato tagliato e che quindi la loro disponibilità significa qualcosa di simile al mitico ‘attaccamento alla maglia’, che di solito non viene considerato una prerogativa delle stelle NBA.

Stefano Olivari, 2 maggio 2012

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