Chiesa simulatore o perseguitato?

23 Ottobre 2019 di Indiscreto

L’ammonizione presa da Federico Chiesa lunedì sera a Brescia per simulazione ha fatto infuriare lui e anche la Fiorentina, per non parlare della multa. Non perché quello di Chancellor fosse fallo, ma perché si ritiene che Calvarese abbia tenuto conto del vento arbitrale, che sta tirando nella direzione di punire non tanto la simulazione pura (nell’era del VAR diventata più rara), ma l’accentuazione del fallo e i suoi maestri veri o presunti, fra i quali appunto Chiesa.

L’accentuazione è quindi la nuova simulazione, è chiaro. In altre parole, sta crescendo una generazione di giocatori che appena sente un contatto si rotola per terra e soltanto in rari casi può essere accusata di simulazione, perché il contatto c’è stato e anche visto dieci volte alla moviola sarà sempre difficile capirne l’entità reale.

In questo quadro la fama e la reputazione sono importantissime, così come la maglia che si indossa: per fare un esempio di grido, Cristiano Ronaldo passa metà del tempo a terra o a lamentarsi con l’arbitro, ma non è stato ‘battezzato’ dagli arbitri italiani come lo è stato Chiesa.

Che indubbiamente paga la fama costruitasi in passato, per colpe sue, ma che altrettanto indubbiamente è diventato un bersaglio mediatico come non erano mai stati tanti grandi simulatori del passato, da Pippo Inzaghi a Nedved, o del presente come Bonucci e Lautaro Martinez. Questione di maglia, come al solito. Ma rimanendo su Chiesa, il ‘Di qua o di là’ rivolto ai lettori di Indiscreto, appassionati di calcio ma certo non beceri tifosi (qui dentro è più facile trovare un tifoso del Genk o del Boca di un interista) di squadre italiane, è molto chiaro: Federico Chiesa è un simulatore oppure viene preso di mira a prescindere, da arbitri e giornalisti?

Share this article