Economia
Chi può vedere il mio conto corrente
Indiscreto 14/10/2024
Chi può vedere il mio conto corrente? Il caso di Vincenzo Coviello, impiegato di Intesa San Paolo a Bisceglie, che ha controllato i movimenti sul conto di personaggi famosi e meno famosi, riguarda tutti noi. Se all’inizio sembrava un caso politico, con gli spiati che sembravano solo di destra (Giorgia e Arianna Meloni, Salvini, La Russa, Fitto, eccetera), poi si è visto che gli interessi del bancario pugliese andavano oltre (D’Alema, Letta, Amato, Renzi) e che fra le sue passioni rientra anche il calcio: controllati i conti di Andrea Agnelli, Totti, Collovati, Tardelli, Serena… In totale circa 7000 accessi non autorizzati, che hanno portato Intesa San Paolo a licenziare Coviello lo scorso agosto.
Veniamo a noi, dopo avere posto la domanda a quattro diversi competenti, lavoranti in banca a vari livelli: chi può vedere il nostro conto corrente, fra saldo e movimenti? Abbiamo avuto quattro risposte diverse, a riprova che anche nel settore bancario i competenti si autocertificano. Comunque tutti concordano sul fatto che magistratura, Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, enti locali creditori (fino al comune… teoricamente anche per multe contestate), polizia e carabinieri con procedure abbastanza snelle e non sempre lasciando una traccia possano sapere tutto di tutti in tempo reale.
Per quanto riguarda i bancari questa assenza di privacy del correntista può valere a livello di filiale, e nemmeno è sempre vero perché ci sono software di controllo che segnalano lo squilibrio fra consultazione del bancario e numero di operazioni sui conti, mentre a un livello più alto autorizzazioni e tracce permettono sempre di risalire al curioso (e fermiamoci al livello del curioso, senza andare su ricatti o altro). Certo in ritardo, se se si ha il tempo di entrare 7000 volte in conti privati senza che questi accessi siano giustificati dalla normale operatività.
Senza metterla giù dura, tutti siamo spiabili e spiati, anche banalmente dal conoscente che si vuole fare i cazzi nostri e controllare se siamo abbonati a un sito porno o iscritti a un partito. Almeno il bancario può agire solo su chi ha il conto presso la sua banca (ma nel caso di Intesa San Paolo non è poco, visto che soltanto in Italia ha 13,6 milioni di clienti). Insopportabile il discorso di chi si vanta di non avere niente da temere, come se il problema fosse la lotta alla mafia e non il fatto che uno sconosciuto entri nella nostra vita senza nemmeno il sospetto di un reato.
Pensiamo sia impossibile una reale difesa: con la tracciabilità il funzionario di banca può essere limitato, ma in Italia non riusciamo a immaginare un finanziere interista che venga licenziato perché ha controllato il conto di Arnautovic o un magistrato milanista che passi un guaio per avere controllato le spese di Gabbia. Coviello è uno spot in favore del contante, ma purtroppo nessuno ci paga in contanti.
stefano@indiscreto.net