Il Cerchio e la morte dei segreti

4 Dicembre 2014 di Paolo Morati

Il Cerchio

Tutto quello che succede dev’essere conosciuto. È questa, in breve, la missione de Il Cerchio, l’organizzazione protagonista dell’omonimo romanzo di Dave Eggers appena pubblicato in Italia da Mondadori, e uscito un anno fa in inglese non senza sollevare diverse polemiche e reazioni. E per far sì che l’obiettivo sia raggiungibile è necessario che tutto venga condiviso da tutti fino al completamento definitivo della figura geometrica perfetta. La storia narrata si muove intorno a due donne e tre saggi, e la presenza costante – su scrivanie così come al polso – di tanti schermi di ogni dimensione sui quali vedere messaggi, informazioni e interagire in modo costante per guadagnare punti indispensabili a scalare la propria posizione in una rete sempre più intricata, controllata e irrinunciabile.

Partendo da normali attività di servizio il vero obiettivo del Cerchio è quello di arrivare a una impollinazione incrociata di dati a cui tutti – prima chi lavora nella più tecnologica e ambita azienda al mondo e quindi tutta la popolazione – concorreranno in tempo reale. L’indispensabile partecipazione, oggi facoltativa su Internet, sarebbe dunque destinata a moltiplicarsi con l’obiettivo della trasparenza completa, per calibrare e valutare, creare matrici di preferenze e confrontare il passato con il presente. E dar luogo a conseguenze anche drammatiche.

In breve, la sveglia e intelligente Mae parte dal livello di base dell’azienda (quello dove lavorano i ‘pivelli’) in cui è approdata anche grazie all’amica Annie, vedendo nel tempo moltiplicarsi gli schermi da controllare, le risposte da dare, le emozioni con cui fare i conti. Sempre più coinvolta, la ragazza diventa un personaggio decisivo, una vera star in uno scenario dove per guarire è necessario conoscere, e per conoscere bisogna condividere in una comunità che accetta senza se e senza ma la regola del pubblico dominio. Anche a costo di perdere i contatti coi propri genitori e i migliori amici, liberandosi della propria privacy (considerata letteralmente ‘un furto’) per potersi prendere cura degli altri.

Scritto con ritmo e ricco di previsioni inquietanti su una società dove non ci sarà più nulla di nascosto del presente così come del passato, il libro è intriso di riferimenti più o meno velati ai concetti social odierni moltiplicandoli in modo esponenziale mentre migliaia di smile, zing e altre vie della comunicazione e della conoscenza viaggiano e vengono memorizzate in modo perenne negli archivi digitali sotterranei del campus del Cerchio, per poter essere raffrontate e analizzate alla ricerca di criminali nascosti e politici corrotti, di posti irresistibili e antenati vergognosi. Con un finale lasciato alla scelta di Mae, il romanzo di Eggers pur non partendo da una base troppo originale (l’idea di un Grande Fratello che controlla tutti, anche se in questo caso con la volontà dei controllati, e le critiche ai nuovi media di interazione) mette in definitiva al centro il tema della socialità estrema e della partecipazione obbligatoria, fino alla totale eliminazione dei segreti ritenuti origine di comportamenti ‘asociali, immorali e distruttivi’. Ma è davvero proprio così?

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