Economia

Centrale nucleare a Milano

Indiscreto 15/04/2025

article-post

Vorreste una centrale nucleare sottocasa? Domanda, ed è il bello di questo Di qua o di là, che vale sia per chi è a favore del nucleare sia per chi è contro. Un tema rilanciato da Salvini e che al di là di ambiente, sicurezza, eccetera, riguarda l’indipendenza energetica di un paese e quindi di fatto la sua indipendenza politica. Attualmente l’Italia è dipendente dall’estero per circa il 75% dell’energia che consuma, un tema che lascia indifferente l’italiota bipartisan fiero degli Airbnb pieni per il megaponte ma che salta fuori a ogni crisi internazionale.

Anche un Salvini stretto nella morsa meloniana sa come guadagnarsi i titoli dei giornali e dire ‘Mi piacerebbe una centrale nucleare a Milano’ rientra in questa logica, con la critica dell’egoismo NIMBY che è azzeccata ma non sappiamo quanto coerente con l’elettore medio della Lega. Se ne parliamo anche noi è perché nella nostra ignoranza abbiamo intuito i tempi lunghi: i reattori di nuova generazione hanno bisogno di 7-8 anni anche in paesi autoritari, dove non ci sono il TAR del Lazio o un qualche comitato di residenti, e l’unico esempio recente adattabile alla realtà italiana è quello francese di Flamanville, con inizio lavori nel 2007 e operatività soltanto nel 2024, costato alla fine 13 miliardi di euro (meno di un decimo dei danni creati dal superbonus 110%).

Abbiamo letto che quasi tutti i 56 reattori costruiti dalla Francia e ora funzionanti risalgono agli anni Settanta o giù di lì: eppure la Francia non era una dittatura, ma un paese in cui si aveva un’idea di futuro. Macron ha annunciato un piano simile a quello di mezzo secolo fa, non sappiamo a che punto sia ma almeno si è posto il problema. Ma il discorso tecnico viene dopo quello politico e molto dopo quello dell’atteggiamento culturale di un popolo, perché puntare sul nucleare significa, anche se magari è la strada sbagliata, avere il desiderio che l’Italia fra 20 anni esista ancora ed essere in definitiva affezionati, non usiamo parole grosse, al proprio paese. Insomma, vi andrebbe bene una centrale nucleare sotto casa, ovviamente con tutte le possibili garanzie di sicurezza?

stefano@indiscreto.net

Sondaggio

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    La scomparsa delle edicole

    Gli ultimi dati sulla vendita dei quotidiani, letti su Prima Comunicazione, evidenziano che con poche eccezioni (Gazzetta e Fatto) le copie cartacee sono sempre meno vendute, come è ovvio che sia con la graduale morte delle classi di età abituate a sfogliare il giornale e l’assurda percezione del lavoro nei diversi settori: per una pizza […]

  • preview

    L’oro di Trump

    Togliamoci subito il dente: mentre scriviamo questo post il FTSE MIB segna meno 4,84%. Che conta, nella testa degli investitori, più del più 4,84% di altre volte, come insegnava Alain Delon in L’eclisse. E allora andiamo di ‘miliardi bruciati’, come se stessimo parlando di beni reali e non di incontro fra domanda e offerta (perché […]

  • preview

    La caduta di un impero

    Ci sono poche vicende in grado di simboleggiare il declino italiano meglio della fine del gruppo Ferruzzi-Montedison. Carlo Sama, ex manager del gruppo nonchè amico e poi cognato di Raul Gardini, racconta la sua versione dei fatti nel libro La caduta di un impero, uscito qualche mese fa per Rizzoli. Opera che si legge veloce e […]