Una casa Mika da poco

18 Novembre 2016 di Paolo Morati

Mika

Ammettiamo di conoscere poco di Mika, il cantante libanese, e poi anche britannico, da un quadriennio stabilmente in Italia grazie al suo ormai passato ruolo di giudice in X-Factor. Del resto non si può seguire tutto quanto gira nell’etere, ma dopo aver letto diverse critiche entusiaste dello spettacolo Stasera Casa Mika andato in onda su Raidue martedì, e che calcio a parte ha sbaragliato la concorrenza…. lo abbiamo guardato in differita su Rai Play. La prima parola che ci è venuta in mente dopo i primi secondi di visione è stata: professionalità. Niente a che vedere con gli scricchiolii di cui spesso ci siamo lamentati di fronte alla televisione generalista. La seconda è stata: eleganza. Belle immagini, belle scenografie, belle luci. Qualcosa che ci ha fatto pensare a come sarebbero stati oggi i varietà in bianco e nero, trasformati a colori. La terza è stata: ritmo. Il che non vuol dire velocità, ma tempi giusti nelle varie parti, un po’ per muoversi un po’ per ascoltare.

Tra i tanti ospiti a casa Mika, con compagne di viaggio fisse come Virginia Raffaele e Sarah Felberbaum, e altri arrivati per l’occasione (tra parentesi, uno Sting che come aspetto sembra fermo ancora a 30 anni fa e un Renzo Arbore sempre con innata ironia), la parte più interessante per capire come può evolvere questo show è però stata quella del taxi, con il musicista che ha scorrazzato per Roma vari clienti. Alcuni lo hanno riconosciuto subito e altri ignorato, anche per ragioni generazionali. Tutto però molto divertente nella giusta dose di semplicità, senza lasciarsi andare a quella ‘piacioneria’ che tanto dilaga per sembrare a tutti i costi simpatici. Poi certamente si è vista e sentita tanta musica – a cominciare da Grace Kelly – ben eseguita in un mix tutti gusti, ma il vero punto di forza non sembra essere solo quello, o meglio non dovrebbe esserlo per evitare l’effetto calderone.

Riassumendo, possiamo dire che Mika è probabilmente stato aiutato nel risultato dalla saggia scelta di non voler fare l’amicone del pubblico, libero da quei vincoli da gioco dei pacchi che caratterizzano oggi fin troppo un certo modo di fare televisione. E questo porta alla quarta parola che ci è venuta in mente guardando Stasera Casa Mika: intelligenza. Quella che certamente c’è stata nel mettere insieme una ricetta capace di soddisfare varie fasce di pubblico in termini di ingredienti e persone, ma anche di rischiare con qualcosa che poteva sembrare vecchio e che è invece, anche per quanto detto poc’anzi, appare estremamente nuovo catalizzando con attenzione più generazioni. Poi si può ancora migliorare, ad esempio limando una certa rigidità dello ‘showman’ legata da una parte a un sostanziale debutto in tale veste, e dall’altra al perfezionismo cronometrico del racconto che, nonostante presenti come già detto un buon ritmo, sottrae anche un po’ di sana capacità di improvvisazione. Quella che, se fatta in modo educato e tempestivo, trasforma la bravura in eccellenza.

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