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Carrie Fisher, a identificarsi era Leila

Paolo Morati 28/12/2016

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Carrie Fisher è morta e con lei la principessa Leila (o Leia) Organa di Star Wars. Non abbiamo fatto a tempo ritrovarla lo scorso anno in Episodio 7 che proprio mentre sui grandi schermi sta spopolando la storia di Rogue One e del furto dei piani della Morte Nera affidati poi ai due droidi in Una nuova speranza il suo cuore ha smesso di battere, lasciando orfana la saga di uno dei cardini di quell’immaginario di cui abbiamo scritto più volte. Nonché un vuoto incolmabile per i suoi appassionati che avevano già rischiato di perderla molto prima. La Fisher era di fatto una sopravvissuta, dedita ad eccessi al tempo del primo Guerre Stellari, con una carriera della quale oltre alla causa dei ribelli chi non è addentro al mondo del cinema ricordava sostanzialmente solo per la sua apparizione in The Blues Brothers, e poco altro. Per poi cominciare a scrivere e sceneggiare con buoni riscontri.

Ma non vogliamo qui parlare di trame e successi al botteghino, per ricordarla basta un’analisi del personaggio Leila e del suo rapporto con il fratello Luke Skywalker e con il contrabbandiere Ian (Han) Solo. La Fisher non era certamente una prorompente bellezza, né appariva particolarmente provocante quando agghindata con imbarazzanti intrecci di capelli e indossando una veste bianca, eppure conquistò subito entrambi i protagonisti. Il primo, ragazzino, ignaro che fosse la sua gemella (ma in realtà non lo sapeva nemmeno Lucas, di fatto pare che lo decise quando pensò al Ritorno dello Jedi), il secondo, uomo di mondo come si suol dire, apparentemente cinico e disonesto. Con cui inevitabilmente finirà per figliare.

Il suo non essere femmina fatale, bensì donna decisa, è stato quindi il vero elemento di fascino del personaggio con il quale la figlia di Eddie Fisher e Debbie Reynolds si è poi identificata pienamente, o ancora meglio si può dire che sia stata Leila a identificarsi con Carrie Fisher tanto che è poi risultato praticamente impossibile scinderne le immagini. Trovandosi prigioniera del viscido (in tutti i sensi) Jabba The Hut, non le bastò indossare un bikini succinto per trasformarsi in icona sexy perché, nonostante l’abito di scena, emerse invece prorompente un carattere, guerriero, che alla fine le permise di strangolare chi la teneva sotto scacco. In Il Risveglio della Forza (già girate le sue scene del seguito), Leila ci aveva infine trasmesso un’immagine di sofferenza negli occhi, complici al di là della ‘finzione’ probabilmente anche gli anni passati dalla sua interprete a lottare contro i propri disagi, disturbo bipolare in primis. E, alla fine, anche l’ultima catena si è spezzata.

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