Campagnaro non è da Inter

20 Marzo 2015 di Stefano Olivari

Il giorno dopo Inter-Wolfsburg è un venerdì come tanti altri nel solito bar e con le solite persone: qualcuna delusa dall’uscita negli ottavi di Europa League, tutte deluse dall’eclissi che si aspettavano di proporzioni bibliche. Il Budrieri è addirittura stato tutta la mattina tappato in casa per evitare rischi, visto che è appena stato operato di cataratta al Sacco e non ha voglia di ripetere l’esperienza. Il problema è che D.J. John pur non lavorando dorme fino alle dieci e che quindi mentre stava sottolineando su Di Più TV i programmi da seguire i giorni seguenti se lo è trovato di fronte in mutande, con la faccia di chi si era appena scopato sua figlia (cosa fra l’altro non accaduta perché l’ultima trovata di D.J. John è quella di praticare l’astinenza sessuale, da quando a Natale Marilena gli ha regalato un libro sul sufismo), i capelli bianchi da spaventapasseri e una fame placata solo da una manciata di Bucaneve Doria arraffati da una biscottiera di metallo che anni fa aveva contenuto dei Baicoli (l’ultimo viaggio dei Budrieri è stato a Venezia, a metà anni Novanta, per il funerale di un cugino di lei). Non sono comunque i biscotti più tristi della scuderia dell’Erminia, che a colazione propone anche spesso gli Oro Saiwa o i Gran Turchese della Colussi.

A mezzogiorno Budrieri è in astinenza da Gazzetta e scende da Paolo-Wang, trovando però il suo giornale già spiegazzato e bisunto sul bancone Sammontana. Max è già lì con il computer, ad aggiornare SuperMegaInter.com, ha appena sentito al telefono l’agente di Obi che non chiude la porta al Burnley e quello di Andreolli che non conferma (ma nemmeno smentisce) l’interessamento del Bayern: è la controfigura di Piqué che Guardiola andava cercando da quando è arrivato a Monaco, come sosterrà nel suo editoriale del pomeriggio l’esperto di tattica Piero Donizetti (è il gommista del direttore del sito: si è offerto di scrivere gratis e ha un certo seguito di pubblico, al punto che l’hanno invitato anche a Telelombardia). Tutti gli impiegati maschi della TuboPlast in pausa pranzo non si preoccupano del proprio futuro (uno più furbo degli altri ha letto sul sito di Milano Finanza che l’azienda ha spostato tutta la produzione in Moldavia ma che a Milano rimarranno, ha rassicurato l’amministratore delegato Tosoni, amministrazione, progettazione e design) ma di interrogare Max sui retroscena calcistici del momento. Il ragazzo non ne ha e per tenere alta la sua reputazione ricicla qualcosa senza focalizzarsi sull’Inter, spaziando su tutta la serie A. Nell’ordine: un famoso portiere che si è trombato la segretaria del procuratore ma non vuole lasciare la famiglia per lei, un famoso difensore ‘zia’ e troppo amico di un oscuro dirigente della sua squadra, un famoso allenatore che sta con la meno famosa cantante contravvenendo alla (sua) regola di frequentare soltanto anonime sciampiste, una famosissima attrice ora con immagine da Maria Goretti che non ha dimenticato un allenatore pluriesonerato, poi la superbomba. Il campionissimo, che non c’entra nulla con Milan e Inter, che un piccolo appartamento con un bellissimo terrazzo a Milano dove fa spesso blitz in occhiali scurissimi per sfogare il suo lato ziesco con modalità pay. Max ha provato qualche volta ad appostarsi per una foto che potrebbe risolvergli qualche mese di vita, ma non è mai riuscito a farla.

Samantha è appena tornata da scuola, anche se non si bene da quale scuola, viene come al solito tampinata da uno dei due scommettitori ecuadoregni. Carlos, due anni più di lei, è contento che alla sua Juve sia capitato nei quarti il Monaco e ha subito puntato 50 euro sull’1X di Manchester Blues-Madrid Blues di calcio virtuale Eurobet. La madre guadagna otto euro all’ora, in nero, per fare da badante a una vecchia che si caga addosso in media sei volte al giorno, e gli affida tutti i suoi risparmi credendo che frequenti un corso privato per elettricista. Ma gli unici interruttori che Carlos tocca sono quelli del videopoker. Gli sono rimasti in tasca 25 euro, abbastanza per invitare domani sera Samantha dal Calafuria, con l’occhio al cellulare per l’Over di Milan-Cagliari. A lei Carlos non è antipatico, anche se preferisce l’amico Hector che però dal Calafuria non potrebbe in questo momento pagare nemmeno il coperto (80 centesimi): l’hanno per tre partite di fila inculato i Glasgow Rangers, poi ieri gli ultimi soldi li ha persi con l’Under di Inter-Wolfsburg. Insomma, se Samantha avrà voglia di Calafuria dovrà andarci con Carlos. Magari simulando un mal di testa dopo la pizza, sperando che il suo compagno non la intristisca con un semifreddo della Bindi (purtroppo sa già che Carlos è ghiottissimo del tartufo).

Ma adesso Hector, Carlos, Samantha, il Vito, il Roberto, il Gianni, il Budrieri, il Lele, il Franco, il sardo senza nome che si è scoperto non essere sardo (si chiama Nicola ed è di Andria), Luca l’elettrauto, il parrucchinato juventino, Vincenzo, Ylenia, i maghrebini e gli impiegati della TuboPlast pretendono il punto del Walter. “Carrizo bene, il Mancio ha avuto superpalle nel rimetterlo e lui gli ha tirato fuori almeno due parate da gol. Averlo fatto giocare all’andata rimane una cazzata, ma in generale con questa mossa Mancini ha guadagnato credibilità con i giocatori. Anche se la metà di questi per fortuna non la vedrà più… Difesa a metà: due disastri e due appena sufficienti. Campagnaro non è uno di spinta, non è nemmeno un laterale vero, ma ha fatto pena soprattutto come concentrazione in difesa: ha sbagliato sul primo gol ed è stato molle in tante altre occasioni. Juan Jesus pessimo, al di là dell’essere su Caligiuri sul primo gol, soprattutto perché è sempre in affanno anche su interventi normali. Ranocchia ben posizionato quasi sempre, il suo l’ha fatto ma di certo non trascinerà mai nessuno. Santon bene, niente di decisivo ma spesso in appoggio nel modo giusto e pochi errori in copertura. Centrocampo incomprensibile, se vogliamo considerare un 4-4-2 quello di Mancini: Hernanes e Kovacic larghi non hanno inciso, Hernanes molle e Kovacic che sembrava capitato lì per caso. Colpa loro ma anche di Mancini, non avendo ali la mossa aveva una minima logica ma di sicuro non è riuscita. Guarin sempre da sufficienza, con l’errore enorme sul possibile uno a uno a fine primo tempo, Medel decente ma condizionato dal poco movimento dei compagni di reparto. Palacio e Icardi si sono invece mossi tanto, Palacio tantissimo. Icardi sembra scazzato, spesso non detta il passaggio in profondità ma arretra aspettando che gliela diano per la cannella: crede di essere Ibrahimovic. Poche le mosse a partita in corso, per qualche minuto al squadra è sembrata meglio nella versione Kuzmanovic, ma il problema principale è che non c’è stato fuoco, non c’è stata la rabbia per vedere almeno un quarto d’ora di casino. Perché in fondo 42mila persone erano lì… Se poi conti le occasioni sbagliate, pur giocando così molli, ti incazzi ancora di più: il destro a giro di Icardi prima del vantaggio del Wolsburg, Guarin da un centimetro per il possibile 1-1, Palacio solo davanti a Benaglio sempre per il pareggio. Adesso di sicuro molliamo, tirando a campare fino al derby e al mercato. Certo è che con gente come Campagnaro il livello è questo”.

Budrieri sta leggendo la Gazzetta sul bancone della Sammontana, non riesce ad arrivare in fondo all’articolo intitolato ‘Milan- adesso serve un salva-Pippo’ e non soltanto perché deve tornare a casa per pranzo: D.J. John ha chiesto pasta con le cozze e un’insalata di gamberi, Budrieri mangerà lo stracchino di Nonno Nanni e un po’ di pomodorini acidi. È in confusione, ma sull’Inter ha le idee chiare: “Bravi, continuate a rimpiangere il Mazzarri, ecco i suoi bei regali. Campagnaro non è da Inter”. (5 – continua).

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