Basket
Brooks Brothers
di Oscar Eleni
Pubblicato il 2024-10-28
Oscar Eleni respinto dai buttafuori mentre pretendeva di entrare a vedere il tramonto all’Idroscalo di Milano dove tutto cambia in un attimo meno l’orario fisso dei petardi fatti scoppiare nella notte e la crisi dei suoi campioni dello sport. Una passione insana per la beatificazione dei santi, cosa difficile nello sport, e la commemorazione dei defunti, facile se vivi soltanto di ricordi e non riesci ad affezionarti a nuovi idoli.
Chiedendo un passaggio alle pulcinelle di mare ci allontaniamo il più possibile dall’euroderby del basket fra Armani e Segafredo che riposano insieme sul fondo della classifica, uno stordimento che porta anche all’otite come potrebbe confessare Ettore Messina mentre cerchiamo di spiegare la situazione al capo dei boscimani che già vorrebbe tirargli una freccia custodita nella custodia ricavata dagli alberi faretra custoditi e considerati sacri dalla sua tribù. Lui, il capo, sembra l’unico capace di spiegare lo slalom gigante della Brignone che con la maturità, dice lei, ha scoperto il piacere di batterle tutte.
Più difficile fargli capire i salti mortali della santa critica dopo il 4 a 4 fra Inter e Juventus, la grande favorita che si mangia la coda e la bella gioventù bianconera che puntava tutto sulla difesa prima di scoprire che forse è meglio segnare di più. Calcio confuso dal furore dell’Atalanta, dalla nuova Viola, tormentato dai costruttori di stadi che non riescono però a costruire squadre decenti e poi si mangiano gli allenatori come stanno facendo a Roma. Ma presto cadranno altri generali senza paraspalle e parapalle in un’isola del benessere dove la Ferrari torna ad avere un popolo felice anche se adesso sono in molti a chiedersi perché mandare via Sainz e non tenere Hamilton, magari, soltanto per i collaudi, nella speranza che Leclerc taccia e guidi sempre più forte.
Al caro stregone dei boscimani risparmiamo una spiegazione per la settimana delle due italiane del basket in Eurolega perché basterebbe fargli vedere come hanno vinto in campionato, Milano con il precario Brooks contro la Napoli disperata e la Virtus in rimonta sulla Cremona che certo non è un colosso. I venditori di fumo diranno che proprio queste partite ci dimostrano come le presunte regine siano state avvicinate, magari sono soltanto cadute più in basso, dalle altre partecipanti rendendo il nostro campionato sempre più bello. I giusti non si discutono, certo ci vuole stomaco forte come direbbero a Varese dopo la prima vittoria, andando ancora una volta oltre i 100 punti e scoprendo che l’italiano Alviti, un viaggiatore viaggiante che a Milano soffriva, un bel tiratore che non governi se la sua sotto maglia lo pizzica troppo, uscendo della panchina ha segnato più di Hands che aveva già stordito Pistoia più del presidente Rowan.
Gli alberi faretra per stendere l’amaca dove risposare, scoprendo che la coppia CUCCIARI-BOTTURA, una ex giocatrice e una mente luminosa per il basket, non hanno perso passione, arte e fantasia nella loro Splendida cornice, felici di sapere che fino a quando ci saranno giornalisti come GABANELLI e RAVIZZA potremo urlare che davvero, come quasi estinti da caffe Alzheimer, siamo in Codice Rosso e sappiamo bene cosa succede all’anziano che ha bisogno di una badante o della casa di cura privata dopo aver scoperto, via computer, che non ci sono posti nella sanità pubblica.
Nella settimana dove la gente per strada cerca di farti paura con maschere che ricordano la morte e i fantasmi di una vita, si scherza persino sull’otite che ha tenuto lontano Messina dalla panchina dell’Armani dentro il Forum che sembrava ricoperto di ghiaccio visto che il pubblico reagiva male a tutto e certo non si scaldava su ordine dell’urlatore al microfono, una epidemia che dai palazzetti si estende alle televisioni, forse per garantire il record di vendite a chi pubblicizza apparecchi per non udenti. Questa caccia ad Ettorre ci ha coinvolto e allora leggetevi le pagelle pensate in una notte da mille capriole anche senza aver mangiato pesante:
10 A CINCIARINI, TOTÈ, ALVITI, tre italiani che sono riusciti a farsi onore nel campionato dove per essere capiti devi parlare inglese. Purtroppo nel gruppo non c’è nessun italiano della povera Armani che se vuole vincere deve affidarsi al precario BROOKS.
9 Al Paolo GALBIATI che potrà sempre raccontare delle sue cinque settimane al vertice della classifica con TRENTO che, ogni tanto, vince pure in Europa, un ex OLIMPIA che quando ha potuto volare dal solo ha fatto cose importanti magari vincendo la Coppa Italia con Torino soltanto 6 anni fa. Con lui sul podio anche POETA, altro ex Olimpia, che ha imparato l’arte viaggiando e soffrendo tanto, ma che ora sembra aver trovato a BRESCIA un bel porto di quiete.
8 A TRIESTE dove il pala Rubini lo onorano davvero anche se il ricordo deve convivere con un marchio che assicura tutto, meno i ricordi, perché dopo la prima sconfitta ecco la pronta resurrezione mettendo nei guai un TREVISO che pensavamo più sana dentro.
7 A MENEGHIN e PETERSON che Ambrosetti ha portato alla festa della vecchia Varese per aver confortato Toto Bulgheroni che non sapeva come arginare la piccola falange arrivata a Masnago per interrompere gli allenamenti, alla vigilia della prima partita vinta. Speriamo non debbano fare la stessa cosa a Milano, meglio, ad Assago.
6 A CLYBURN e POLONARA che sembrano gli unici a voler salvare il lavoro del BANCHI che nel settimana del derby nei bassifondi con l’Armani spera di scoprire un agente capace di portargli un centro vero.
5 Al FORUM di Assago che si riempie per i cantanti e si svuota per il basket. Certo questa ARMANI è difficile da amare e anche da capire, più o meno come chi sceglie le dirette televisive, magari in concomitanza con altri avvenimenti sportivi di maggior attrattiva tipo Inter-Juventus.
4 All’AUTUNNO che sembra tormentare la povera Olimpia, è successo l’anno scorso con Shields, Mirotic, Pangos, Baron che non guarivano mai, adesso altri caduti e sembra che SHIELDS sia di nuovo dai medici che hanno appena dimesso NEBO rivisto per qualche minuto contro Napoli dopo lunga degenza.
3 Ad Ettore MESSINA se darà colpa all’otite fingendo di non sentire tutte le critiche a questa sua ARMANI, sua per davvero, e Luca BANCHI se fingerà di essere contento della VIRTUS che gli hanno dato. Prima del derby de profundis al Forum vorremmo sentire da loro un po’ di autocritica, senza per questo chiedere ai proprietari di cambiare timonieri.
2 Al BROOKS che in tante occasioni ha servito bene l’ARMANI perché il suo lavoro ben fatto anche da precario, ogni giorno sembra che Milano sia alla ricerca del profeta perduto, l’esterno che risolve tutto, magari dirige pure l’orchestra, smentisce la diceria sul mercenariato che affligge il nostro campionato.
1 Agli AGENTI che hanno fatto vedere al presidente allenatore MESSINA e al suo manager filmati dove i nuovi acquisti dell’ARMANI sembravano giocatori veri. Un tormento che dura da anni. Certo la crisi del Dimitrijevic sperduto, le fughe della coppia MIROTIC-SHIELDS riammessa alla tavola presidenziale soltanto dopo un finale di stagione decente l’anno scorso, fanno pensare che ad ASSAGO giri la strega Malasunta tutta unta che confonde le statistiche a appanna i filmati.
0 Ai giocatori dell’EFES che chiedevano in giro chi fosse il burattinaio che guidava l’ARMANI a cui hanno persino regalato l’illusione della possibile rimonta dopo aver banchettato in un’area presidiata avversari col piumino.