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Anni Settanta

Brionvega Algol 11″

di Stefano Olivari

Pubblicato il 2020-08-11

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Brionvega Algol 11″: esiste nel mondo tech qualcosa di più emozionante? Per noi no. Parliamo di uno dei televisori più famosi della storia non perché sia di attualità (è esposto in tanti musei dedicati alla scienza in tutto il mondo, e anche al MoMa di New York) ma perché nei giorni scorsi abbiamo iniziato a farlo aggiustare e presto scriveremo un post di servizio per chi come noi è appassionato del genere. Sempre che si arrivi ad un qualche risultato diverso dal bel soprammobile.

L’Algol 11″ fu fu progettato nel 1964 da Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, azienda all’epoca milanese di proprietà di Giuseppe Brion, e non fu soltanto un capolavoro del design ma anche un successo commerciale incredibile, che nella seconda metà degli anni Sessanta sdoganò il concetto di secondo televisore in un’Italia che da poco si era dotata del primo.

Il Brionvega Algol, con i suoi 11 pollici, la sua maniglia e le sue inconfondibili due antenne (quella a stilo per il VHF, quella circolare per l’UHF: qualcuno sotto i 90 anni ci sta seguendo?), era il tipico televisore che la classe media teneva in cucina o portava in vacanza, per vedere i due canali (entrambi RAI) disponibili, che diventavano tre o quattro per chi viveva al Nord, grazie alla tivù della Svizzera Italiana e a Capodistria. L’indimenticabile schermo inclinato fu paragonato da Zanuso ad un cane che guarda il padrone, ma a noi ha sempre ricordato di più gli schermi di certi vecchi film di fantascienza.

Per farla breve, sul Brionvega Algol arancione in riparazione (è proprio quello che vedete nella foto) i nostri genitori hanno seguito lo sbarco sulla Luna, mentre noi dal 1974 al 1984 abbiamo visto dalla finale Germania Ovest-Olanda alle Olimpiadi di Los Angeles, passando per i tanti Festival di Sanremo che ci impedivano di vedere sul televisore a colori che troneggiava in soggiorno, Borg-McEnroe 1980, la pallacanestro dei tornei estivi raccontata da Aldo Giordani in tarda serata, buona parte del Mondiale di Spagna, quasi tutta la carriera di Mennea e della Simeoni, le vittorie di Cova, il Tour de France…

Brion, che era nato in provincia di Treviso ed era il classico self made man dell’Italia del dopoguerra, morì nel 1968, proprio nel pieno del grandissimo successo dei suoi prodotti, fra cui la Radio Cubo ts522, altro capolavoro di Zanuso e Sapper. L’azienda è rimasta della famiglia fino al 1992, prima di essere acquistata dalla Seleco e di passare poi attraverso diversi fallimenti e cambi di proprietà: storie già viste, quando il fondatore non c’è più. Ignoriamo di chi sia oggi il marchio, ma è chiaro che senza prodotti nuovi tutto si esaurisce in sterili operazioni nostalgia e noi per primi vogliamo guardare il campionato scozzese con il 4K HDR, non certo in bianco e nero su uno schermo a 11 pollici. Però il nostro Algol lo metteremo a posto, perché è nostro.

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