Black Friday (Miranda non è da Inter)

25 Novembre 2016 di Stefano Olivari

Quello dopo Hapoel Be’er Sheva-Inter è un venerdì come tanti altri, per lo meno al Champions Pub. Il Papa che permette ai sacerdoti di assolvere chi abortisce, la polemica sul voto degli italiani all’estero, l’esondazione del Tanaro, la moglie di Brunetta fake a Cinque Stelle, l’Economist che si schiera per il no al referendum sono argomenti buoni giusto per riempire un Tg di provincia, ma scompaiono di fronte al 3-2 per gli israeliani che butta definitivamente l’Inter fuori dall’Europa League. Anche oggi nella periferia ovest di Milano il parlare di calcio è l’unica cosa che tenga attaccati alla vita, insieme agli sconti del Simply, al videopoker e al centro massaggi Tuina.

Sono le due del pomeriggio e Paolo-Wang sta servendo ai decimati, dal mobbing di Cogodi e da finte influenze, dipendenti della Tuboplast un caffè che Ping gli ha spacciato come Caffè Mauro ma che in realtà è la solita porcheria rubata chissà dove. È seriamente preoccupato per le ultime operazioni della Algoritmic, gestita a Dublino dal cugino di Paolo (tale Michael-Wang, che non ha alcuna esperienza finanziaria e nel suo passato vanta una condanna per stalking ai danni di Sinead O’Connor), che sta scalando la Zucchi e ha iniziato una strategia di trading intraday sul Dax, informando i soci che utilizzerà il pullback sulla Ema20. Zhou è triste per la morte di Vittorio Sermonti, fra l’altro era stato alle sue letture dantesche in Santa Maria delle Grazie, ma soprattutto per la possibile chiusura della Ditta Guenzati. Ieri ha firmato una petizione per sollecitare il Comune a occuparsi del negozio più antico di Milano, ma anche Sala come il suo predecessore preferisce una città in cui esistano soltanto buyer di Asti, senior controller di Pantigliate, social media manager di Oristano, per citare i meno peggio fra i presenti. Stamattina Zhou ha anche dovuto mettersi i tappi nelle orecchie mentre Paolo illustrava le sue nuove strategie di scalping, senza curarsi degli strani pallini apparsi sulla maionese dei tramezzini cosiddetti ‘Alla Nino’, che ai bei tempi avevano procurato alla Tuboplast il secondo posto mondiale nelle assenze per malattia, battuta soltanto da una ASL di Secondigliano. Ormai quei tramezzini li prendono soltanto Hector e Carlos, oltre a quel loro nuovo amico salvadoregno che probabilmente non diventerà cavaliere del lavoro (comunque non si sa mai, magari la sua nomina sarebbe di stimolo all’integrazione) ma già si è distinto come fornitore di snuff movie a Oscarito. Lifen è sempre alla cassa che guarda lo smartphone, bellissima e triste. Stamattina i vecchi Tong hanno interpretato a modo loro la giornata contro la violenza sulle donne, prendendola a bastonate dopo averla beccata a leggere un volantino sugli sconti per il Black Friday. “Puttanella taiwanese”, le ha urlato il nonno pentendosi di non averla ammazzata appena nata come aveva fatto con le due sorelle maggiori. Però la cultura del vecchio Tong va rispettata, lui stesso ha letto su Repubblica e sul Corriere che l’Occidente non è l’unità di misura del mondo.

Max è disperato e invidia con tutto il cuore Ibrahim, galoppino di una banda di filippini nello spaccio di shaboo. Filippini a loro volta galoppini di un’organizzazione cinese che fra i suoi azionisti ha i Tong e gli Wang. Giorni di SuperMegaInter.com passati a magnificare l’effetto Pioli in 1.546 post più corti dei loro titoli non gli sono bastati per evitare una sfuriata di Vincenzo dopo la lettura su Ultimo Uomo di pezzi sul mito dei bomber di provincia, da Zampagna a Riganò, o sulla storia di Angelo Palombo:  “Non vali un cazzo, potevi fare il giornalista trent’anni fa ma oggi il lettore vuole approfondimento, storytelling, una scrittura emozionale e coinvolgente”. Luana gli ha tirato un po’ su il morale, confessandogli che da quando esce con lui la sua voglia di diventare lesbica è aumentata. Sul lavoro è entrata in un giro giusto: l’altra settimana al Principe di Savoia ha avuto come cliente un grande dirigente televisivo, di quelli che fanno e disfano nel calcio italiano. Dovrà incontrarlo di nuovo nei prossimi giorni, Max le ha dato il curriculum perché glielo lasci e stavolta è stato furbo: alla voce titolo di studio ha cancellato la laurea in scienze della comunicazione. Per il ragazzo che sognava di fare il giornalista è un periodo di grandi seghe, con in sottofondo i litigi fra Pompilio e Suma che il padre ascolta a tutto volume, usando per ispirarsi la solita Mariella che da Londra non torna più: lei e Tosoni devono avere in serbo una sorpresa, che potrebbe essere uno shock per il calcio italiano.

Dello shaboo avrebbe bisogno proprio Max, durante le correzioni dei pezzi alla Buffa mandati da Ridge Bettazzi per Hidegkuti, il cui numero zero a questo punto dovrebbe slittare a dopo Natale, quando i big spender della pubblicità saranno tornati dalle vacanze. L’idea di Pier Luca è quella di sparare subito tutto il meglio, in un numero da collezione, poi di quotarsi in Borsa e di farsi acquistare da una società di venture capital. Per adesso c’è il nuovo pezzo dell’arrogantello Ridge, che ha preteso dopo il sommario una biografia sotto a una sua foto in controluce di fronte a uno stadio che vorrebbe essere argentino ma è in realtà il Brian Filipi di Cervia: ”Cittadino del mondo e sognatore, vive tra l’Europa e il Connecticut. Ama l’acid jazz, la partenza in palleggio di Nick Young ma soprattutto la cultura della legalità”. Il pezzo che ha mandato l’altroieri prometteva bene almeno come argomento, avendo come titolo ‘I segreti della Juve di Lippi’, ma Bettazzi non ha parlato di doping e arbitri come avrebbe fatto un giornalista straniero (quello italiano ha già dato da tempo la risposta: ‘Società compatta, giocatori che credono nel progetto, la vittoria nel Dna’) normale. Ha tirato fuori dalla tomba i soliti Happel e Michels che mentre analizzano lo stretching del Benevento al Vigorito si chiedono chi potesse essere considerato un maestro di calcio fra Michele Padovano, Salvatore Aronica, Arie Haan e Rob Rensenbrink. Scartato Rensenbrink perché non si è mai misurato con il campionato olandese, Haan perché aveva litigato con Michels per questioni di ruolo, Aronica perché ha fatto bene solo con Mazzarri e i due santoni hanno verso l’allenatore livornese sempre avuto un complesso di inferiorità, la scelta non poteva che cadere su Padovano. E per una volta il luogo comune ‘grande campione ma soprattutto grande uomo’ non è usato a sproposito.

Il pezzo, meno buffiano di altri, si chiude in maniera scherzosa con Happel e Michels che leggono della penale di 100 milioni che la Sino Europe dovrebbe pagare a Berlusconi in caso di mancato closing: l’ultima volta che l’austriaco aveva riso così tanto è quando gli era stato detto che Gonella era il miglior arbitro italiano. Non poteva mancare il coraggioso Senad Gutierrez, dissidente sia in Bosnia che in Cile (ma risiede da 25 anni a Ibiza, dove è un cliente fisso del ristorante di Luca Serafini), con citazione di un suo intervento sul quotidiano spagnolo antifranchista e antitrumpista Explotadores y Explotados: “Quando Padovano scattava in contropiede Torino si trasformava in una piccola Rosario, al punto che molti rosarini dicono che soltanto Padovano gli abbia dato le stesse vibrazioni del Trinche Carlovich. Le gomitate di Montero erano il grido di dolore degli ultimi, l’onestà intellettuale di Iuliano la reazione della società civile contro gli Stati Uniti e Israele che volevano colonizzare il Delle Alpi”.

Budrieri nei giorni scorsi meditava di intentare un causa al Comune di Goro per l’esproprio del suo seminterrato di Gorino, ma nel frattempo la situazione è, se possibile, peggiorata. Dei due bianchi in quel posto riempito di nigeriane incinta, in chiave antirazzista e antifascista, si è scoperta l’identità: sarebbero hacker russi che hanno da lì violato i server di alcune sezioni elettorali dell’Ohio, cambiando i risultati in favore di Trump. Notizia riportata dallo stagista di una tivù ferrarese e subito ripresa in homepage da Huffington Post e Repubblica, comunque ancora tutta da verificare (per questo Huffington Post e Repubblica l’hanno messa in homepage, in modo da sollecitare la verifica: una finezza non da tutti colta). Non è finita nemmeno con Ricky Martin Rossi: il partigiano millennial, intervistato su Rai Tre, ha accusato Budrieri di razzismo e lanciato un appello a Tito Boeri, affinché il presidente dell’INPS gli revochi la pensione per lanciare un segnale contro i nuovi nazionalismi: “Bisogna cedere sovranità, costruire ponti e non muri”. Budrieri si aspettava almeno che questi problemi lo riavvicinassero un po’ all’Erminia, ma la moglie è sempre più distante: ieri sera dopo aver visto la partita al Champions Pub sperava di cenare con lei ma in casa c’era soltanto D.J. John che si stava masturbando davanti al computer, dopo avere digitato sul motore di ricerca di You Porn le tre solite parole: ‘Teen Blonde Creampie’. Avrebbe anche potuto evitare di schizzare sulle riviste della Cairo Editore ben impilate sul tavolinetto, ma Budrieri non aveva voglia di litigare né di chiedere dove fossero Marilena e il business angel. Ha solo trovato attaccato al frigo un biglietto dell’Erminia: ‘Sono insieme a Yannick a un convegno sul femminicidio e sul modo in cui nell’Africa subsahariana il problema è stato risolto. Se vuoi nel surgelatore ci sono sette bastoncini di pesce, ma credo siano già stati o scongelati e ricongelati tre volte. Prenditela con tua figlia’.

Mentre Lifen interpreta a modo suo il Black Friday, rifiutandosi di dare il resto ai dipendenti della Tuboplast ormai senza speranza di avere di nuovo i buoni pasto (Cogodi ha spiegato che è per essere competitivi sui mercati asiatici), Budrieri cerca di leggere la Gazzetta sul bancone della Sammontana ascoltando in sottofondo il Gianni e il Walter analizzare la partita di ieri, vista al Champions Pub insieme alle bruschette di granito preparate da Zhou e ai Fiocchi di Pai scaduti a luglio che Paolo-Wang ha tirato fuori dalla cantina. Tutti, anche i maghrebini sistemati nel solito tavolo d’angolo, pendono dalle loro labbra manco stessero parlando Happel e Michels.  Il pensionato-trader-immobiliarista cerca di stare sulle sue, ma a un certo punto sente frasi del tipo “Davvero un ottimo primo tempo, il migliore della stagione: la penso come lo Zio Bergomi” o “Buona circolazione di palla, poi nel secondo tempo siamo crollati atleticamente, ma la strada è quella giusta” e davvero non riesce più a trattenersi. Getta per terra la Gazzetta che titola ‘Inter – Cose da pazza’ e affronta a muso duro il resto del Champions Pub, anche se lui che visto giocare Angiolino Gasparini non dovrebbe mettersi a discutere con gente che crede che l’Inter sia stata inventata da Carrizo: “Non so quale partita abbiate visto, ma a me nel vostro mitico primo tempo è sembrato di vedere il solito Banega senza una vera posizione e la solita manovra ad aggirare alla De Boer. Poi c’è stato il calo atletico di tutti, certo, e la cazzata di Handanovic con l’entrata del suo ridicolo sostituto, ma anche le solite prove individuali pessime dei difensori: Murillo non fa più notizia da tanto che è incerto, ma il problema è ormai anche Miranda. Non tiene più nessuno con il passo breve e adesso è fuori posizione anche su certi cross. È uno scenoso, fa quei recuperi spalla a spalla che fanno applaudire il popolo bue, ma ha troppi passaggi a vuoto. Chiunque sappia di calcio vi dirà che Miranda non è da Inter”.

NonèdaInter (Copertina eBook)‘Non è da Inter – Alla periferia della vita’ contiene le puntate pubblicate fino al giugno 2015 ed è disponibile per Kindle di AmazoniPad-iPhone-Mac , ma anche per tutti i gli altri tipi di eReader attraverso la piattaforma di Bookrepublic. Prodotto da Indiscreto, ma giusto perché non lo abbiamo voluto dare a Mondadori e Feltrinelli, costa 4,99 euro. Il cialtronismo della cifra non è nostro, in periferia sappiamo benissimo che si tratta di 5 euro, ma dei poteri forti dell’e-commerce che pretendono che un prezzo termini in questo modo. 

Avvertenza per i nuovi lettori: Non è da Inter trae ispirazione dalla realtà, ma non è la realtà. Chi lo ritiene volgare o si ritiene offeso può semplicemente non leggerlo. 

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