Berlusconi o Bolloré?

14 Dicembre 2016 di Indiscreto

Avevamo lasciato Vivendi che aveva sedotto e abbandonato Mediaset Premium, dopo avere meglio valutato abbonati e prospettive della pay-tv creata da Pier Silvio Berlusconi. La ritroviamo che prova a scalare Mediaset, la Mediaset vera, con una massa di acquisti che ha fatto passare di mano oltre il 12% del capitale e aumentato in Borsa il valore del titolo di oltre il 30%. È chiaro che il gruppo francese, fra le mille cose anche primo azionista di Telecom, non si fermerà qui ma è anche chiaro che difficilmente riuscirà a scalzare da primo azionista la Fininvest, che attualmente detiene quasi il 40% del capitale avente diritto di voto. Insomma, la scalata di Vincent Bolloré è a livello superficiale di tipo ostile ma è probabilmente funzionale a trattare altri affari da posizioni di forza, con sullo sfondo la mitica ‘convergenza’ fra piattaforme tecnologiche e fornitori di contenuti. Siccome non ci importa niente della felicità né di Bolloré né di Berlusconi (e a loro della nostra ancora meno), memori della grande lezione di Rhett Butler (non combatteremo per piantagioni e schiavi che non sono nostri), il punto che ci interessa è un altro. Il solito, verrebbe da dire. Cioè l’italianità delle aziende italiane, a livello di proprietà. L’elenco di marchi e prodotti italiani storici finiti in mani straniere, in particolare francesi, è infinito, mentre senz’altro inferiori sono i numeri nel verso opposto. Rapportando tutto al calcio, l’Inter (o il Milan…) dei cinesi sono meno ‘nostri’? Percepiremmo la Juventus in maniera diversa se il suo primo azionista fosse un emiro invece degli Agnelli? Cosa è cambiato con Pallotta nel modo in cui vediamo la Roma? Venendo all’attualità, qualcuno si chiede se Retequattro, Canale Cinque e Italia Uno in mano francese influirebbero negativamente sulla cultura italiana. Anche solo rendendola meno italiana. Berlusconi o Bolloré?

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