Ben rappresentati da Rocchi

31 Marzo 2018 di Stefano Olivari

A Russia 2018 ci sarà qualche italiano in campo, ma non per gli improbabili ripescaggi-fake di cui ogni tanto si legge per guerre, epidemie, cavilli burocratici, varie ed eventuali. I calciatori rimarranno meritatamente a casa, mentre al Mondiale andranno come arbitro Gianluca Rocchi e come assistenti Di Liberatore e Tonolini. La FIFA ha infatti ufficializzato l’elenco dei 36 arbitri e dei 63 assistenti preselezionati per la manifestazione sportiva più importante del pianeta, che nella seconda metà di aprile si raduneranno a Coverciano per un punto della situazione e soprattutto per organizzare il discorso VAR, che al Mondiale sarà utilizzato mentre nel mondo UEFA, addirittura anche in Champions League, permane un incredibile scetticismo come se trofei ed eliminazioni non fossero spesso stati decisi da errori evitabili: ci riferiamo soprattutto al fuorigioco, essendo i contatti quasi sempre opinabili.

Ma al di là di questo, è interessante notare come fra i 36 arbitri ce ne siano soltanto 10 della UEFA, il che con tutto il terzomondismo possibile significa che la qualità media rimarrà bassa e che soltanto San VAR potrà salvarci da porcate scientifiche e inadeguatezza. Di questi 10 arbitri ben 4 sono il premio di consolazione per nazioni che hanno fallito la qualificazione: il turco Cakir, l’olandese Kuipers, lo sloveno Skomina e appunto Rocchi. Uscito indenne e assolto da Calciopoli (il riferimento è a Chievo-Lazio), il quarantacinquenne arbitro fiorentino, molto ben visto da Collina, amico di Renzi (che ha un passato giovanile di arbitro) e internazionale dal 2008, ha avuto così quello che sembra un immeritato premio di fine carriera. Per fare questo tipo di previsioni è presto, ma la mancanza di fuoriclasse nel settore e soprattutto il disastro azzurro possono in teoria (molto in teoria) consentirgli il sogno di essere il quarto arbitro italiano ad arbitrare una finale mondiale, dopo Gonella in Argentina-Olanda 1978, Collina in Brasile-Germania 2002 e Rizzoli in Germania-Argentina 2014.

La cilindrata di Rocchi è evidentemente inferiore a quella dei tre colleghi sopra citati, pur con tutto il male che si può pensare del Gonella 1978 che non fece invenzioni ma nella gestione della partita spianò la strada ai padroni di casa: nonostante i dieci anni da internazionale, mai in Champions League è andato (come arbitro principale) oltre i quarti di finale, traguardo raggiunto pochissime volte nonostante la vituperata Italia rimanga una federazione potente. E anche in serie A la sua principale fortuna è stata quella di far parte di una sezione, quella di Firenze, fuori dalle logiche dei veti incrociati fra grandi club. Come se un fiorentino non potesse tifare (o odiare) Juventus, Inter, Milan, Napoli…

Tornando a Russia 2018, difficile confrontare Rocchi con arbitri che abbiamo visto troppo poco o addirittura mai, mentre più facile è valutare il valore dei suoi colleghi UEFA in corsa per il Mondiale: il fuoriclasse ci sembra Felix Byrch, fischietto di Real Madrid-Juventus a Cardiff, ma è penalizzato dalla forza della Germania, mentre di valore assoluto sono anche il serbo Milorad Mazic e Cakir. Da non trascurare per le partite che faranno la storia nemmeno Skomina e il russo Karasev. Insomma, in questo momento storico Rocchi è il giusto rappresentante del calcio italiano.

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