Bellezza delle regine

17 Febbraio 2015 di Simone Basso

L’Ingemar Stenmark in gonnella è stata seguita, passo dopo passo, nella sua crescita esponenziale; a diciassette anni sembrava già una veterana. Gambe e testa. Più di un mese orsono, a Zagabria, si è imposta nello slalom più difficile della stagione: le avversarie, su una tracciatura infida e ghiacciata, parevano procedere sui sassi; lei scendeva con una leggerezza e un controllo, una centralità d’azione, sbalorditivi. Una marziana, che prima di compiere i vent’anni ha infilato un incredibile filotto Mondiali-Olimpiadi-Mondiali. È il terzo atleta dello sci alpino col marchio Barilla, un’investitura regale se pensiamo che gli altri due si chiamano Alberto Tomba e Bode Miller. Shiffrin, che in America definirebbero “One for the Ages”, spingerà sempre più su il livello complessivo delle specialità tecniche.

Competere con la Campionissima di Vail, o una Fenninger, richiederà scelte logistiche (e politiche) abbastanza trancianti. Le italiane futuribili ci sarebbero, Goggia e Bassino su tutte, ma il gap si potrebbe ridurre solamente tagliando il numero delle azzurrabili e preparandole a contesti differenti. Anche nel settore uomini si evidenziano troppi disagi di impostazione tecnica sui manti gelati, compatti, ma morbidi sotto, che devono essere attaccati à bloc. L’abitudine al duro, al ghiaccio, ha disincentivato l’istinto giusto sulle nevi come quelle americane.

Simone Basso, in esclusiva per Indiscreto

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