Battlestar Galactica, la fantascienza perfetta

1 Novembre 2021 di Paolo Morati

Sono passati 18 (diciotto) anni dall’uscita di Battlestar Galactica, il remake della dimenticabile serie creata da Glen Larson, trasformata invece da Ronald D. Moore in una meravigliosa saga durata quattro stagioni, più la fondamentale miniserie di apertura. In questi giorni l’abbiamo rivista su Amazon Prime Video, confermandoci che si tratta della più bella opera di fantascienza (di genere spaziale) che abbiamo mai visto, a cominciare dalla caratterizzazione di personaggi interpretati in modo sublime dal cast.

La storia, che racconta il viaggio degli umani superstiti delle Dodici Colonie – dopo la distruzione da parte dei robot Cyloni – sotto la guida del Comandante della vecchia astronave Galactica William Adamo (Adama nella versione originale), uno straordinario Edward James Olmos. Potente il personaggio di Kara Thrace (con il volto di Katee Sackhoff), ‘Scorpion’, ribelle e coraggiosa, fondamentale per l’evoluzione delle storia. Controverso quello del dottor Gaius Baltar (James Callis), scienziato causa iniziale di tutto quello che poi porterà a cercare un nuovo luogo dove insediarsi. Ma anche quello della Presidente, suo malgrado, Laura Roslin (Mary McDonnell), saggia ma anche testarda. 

Ottime anche le caratterizzazioni dei Cyloni, a cominciare dal Numero 6 (Tricia Helfer), che si rivela subito per quello che è a differenza dei suoi altri compagni e compagne che, non vogliamo anticipare nulla, via via emergeranno come tali. Ma per noi l’interpretazione più intensa è quella di Michael Hogan nei panni del colonnello Saul Tigh, intransigente con i suoi sottoposti, ma debole verso se stesso e le sue dipendenze, fino a quella che sarà la scoperta che non avrebbe mai voluto fare.

Battlestar Galactica è una serie scritta benissimo, con colpi di scena ed evoluzioni che non appaiono mai forzate, proponendo stimoli per riflessioni che vanno oltre la vita romanzata senza scadere nel banale, anche nel monito finale che arriva episodi dopo un primo approdo senza fortuna. Una serie che sposa innovazione tecnologica e tradizione, umani e robot, alleati e nemici, astronavi futuristiche e libri e comunicazioni di carta. Ecco la buona vecchia carta. Iper presente nelle sue storie, la serie propone un mix tra digitale e analogico che rivisto ancora oggi appare ancora estremamente all’avanguardia, dandoci la sicurezza dell’antico e la prospettiva del moderno senza le esagerazioni di alieni ed effetti speciali a cui altre serie ci hanno, prima e dopo, abituati.

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