Batistuta è sempre stato un bluff

6 Febbraio 2003 di Stefano Olivari

Un giovedì pomeriggio gelido, con un vento che a Milano taglia la faccia, anche se stando ai telegiornali nel resto d’Italia si sta peggio. Ma al bar Inter quasi nessuno segue i telegionali, anche se il Nino tiene sempre il televisore acceso. Ogni tanto ci si ferma su Studio Aperto, ma solo perchè ci sono tanti servizi sui backstage dei calendari. Con le mani bagnate dalla sambuca il Nino scanala in continuazione alla continua ricerca di fantomatiche fighe, che alle quattro del pomeriggio si possono solo intravedere sulle tivù lombarde che propongono fasce rassodanti. Gli hanno raccontatato di quel vecchietto rimasto inchiodato davanti a Telelombardia mentre reclamizzavano una pancera, e lui ha ripetuto la storia almeno cento volte, ridendo in maniera sgangherata e sviando l’attenzione dei clienti dalle patatine rancide e dalle olive marce.
Il freddo fuori ha fatto fare al bar un pienone, visto che in pochi hanno un lavoro, pochissimi hanno un’amante (in realtà nessuno, ma le sparate del Walter hanno tolto i freni inibitori delle palle a tutti), e nessuno un interesse oltre al calcio. Si commenta, naturalmente fuori tempo massimo, l’arrivo di Batistuta all’Inter.
Il Roberto in ufficio ha letto tutti i giornali possibili, compreso il Montatore, e parla in scioltezza. Biondiccio stempiato, sempre più grasso, il lupetto alla Albertazzi esalta la sua voglia di teatralità. ”Per me Batistuta è sempre stato un bluff. Anche alla Fiorentina non è che facesse chissà che cosa. Sì, segnava, ma per il resto nisba. Niente partecipazione al gioco, niente movimenti senza palla. Alla Roma, poi, ha tirato le cuoia”. Nei suoi primi cinquant’anni il Roberto non ha mai fatto un discorso così articolato, e l’ammirazione della parte interista del bar è palese. Walter a parte, concentrato sul suo montone, con un taglio che avrebbe fatto rabbrividire un trapper canadese. ”Un affare, me lo ha venduto un napoletano all’autogrill di Lainate”. Il leader del bar, costretto dalla madre a mettere in naftalina la renna estiva e di mezza stagione, non sembra interessato più di tanto all’argomento Batistuta.
Così la parola passa a Carmelo, che da un’ora sta cercando di aprire una scatola di Saila. Piccolo e con la faccia da sparring partner suonato, Carmelo è milanista. Ma al bar Inter questo non è un difetto, anzi. ”Batistuta ha sempre giocato in grandi squadre, per questo nell’Inter non ce lo vedo…”. Ridacchia soddisfatto. La pensione di accompagnamento che riceve grazie alla paralisi del padre gli permette di godere appieno delle delizie del pomeriggio milanese d’inverno. Sulla Gazzetta del giorno c’è un’intervista a Oriali, che fa il punto sul mercato interista. Aperta sul frigo dei gelati, è stata stuprata da tutti.
Anche da Carmelo, che ha letto con stizza le parole di Rivaldo: ”Il Milan dovrebbe cacciarlo a pedate, altro che trasferta in Cina con il Brasile! Rivaldo lo paghiamo noi. La verità è che non c’è rispetto per i tifosi veri, quelli che vent’anni fa, a Milan-Cavese, erano a San Siro…”. Stando alle testimoninanze dirette di chi c’era, quel Milan-Cavese avrebbe dovuto avere 768mila spettatori, ma nessuno al bar Inter glielo fa notare. Un milanista è utile come bersaglio dialettico, ma con lui non si discute.
Domenica contro la Reggina rientrerà Di Biagio dopo la squalifica, ma Di Biagio non piace a quasi nessuno lì dentro. Il Budrieri, che sta pensando al ragù che la moglie sta cucinando praticamente dalle prime luci dell’alba, attacca: ”E’ dai tempi di Matteoli che manca un regista”. Ma nemmeno il tasto regista, che di solito fa scattare in automatico un mantra, funziona. Max è appena uscito dal cesso, le mani ancora impiastricciate, il suo testosterone è a livelli da Super Bowl. Non capisce di cosa si stia parlando, avendo la mente ancora confusa dalla masturbazione. Non si sa chi pronuncia il nome ‘Batistuta’. Anzi, nemmeno: ‘Bati’. Tanto basta a Max per buttar fuori dalla bocca le statistiche dell’argentino dagli esordi a oggi. Vito, senza staccarsi dal videopoker, lo gela: ”Batistuta non è da Inter. Forse lo è stato, ma adesso non è proprio da Inter”. E si gratta i coglioni, mentre buca un full. (8-forse continua)

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