Ballan sui lupi

8 Settembre 2008 di Stefano Olivari

1. La classe di Alessandro Ballan non l’ha nessuno dei suoi coscritti: né Joaquím Rodríguez Oliver né Sylvain Chavanel, per dirne due che ne hanno intravisto la sagoma in oro, nella nebbia di La Rabassa. Ma la maglia del líder della Vuelta cambierà presto indossatore e al più tardi (nel 2010) colore, per differenziarsi da quella gialla del Tour. E in fondo il fiammingo Gustaaf Deloor trionfò a Madrid in arancione, nel ’35 e nel ’36, agli albori del Giro di Spagna; in bianco esultò Julián Berrendero, nel ’41; in rosso fuoco – tinta che a questo punto tornerebbe di moda – sfilò infine Delio Rodríguez vincitore nel ’45, giornale organizzatore il Diario Ya. Veste nuova, idea al 51% del socio di maggioranza di Unipublic Sau, Grupo Antena 3 e al 49% di Amaury Sport Organisation, annacqua la notizia incendiaria As. Fondato il Terzo impero francese? Dalla Castiglia Paolo Bettini sponsorizza per la Nazionale Luca Paolini, Andrea Tonti e Matteo Tosatto. Franco Ballerini potrebbe accettare almeno due consigli per gli acquisti su tre.
2. Nelle prime quattro tappe in linea, quattro arrivi uno più spettacolare dell’altro. A Jaén ritrovato lo stesso Valverde di Plumelec, 2″ di distacco ai 99 levati di ruota (99° Freire, 100° Bennati) tutti allungatissimi dai -500 m, in salita. A Córdoba appena più potente Boonen di Bennati, partiti entrambi ai 200. A Puertollano appena più scattante Bennati di Boonen, entrambi nemmeno partiti, sfiancati troppo Weylandt e Viganò. A Toledo Bettini tempista, anticipando Valverde e saltando Gilbert. Cronometro: Leipheimer su frequenze di pedalata insostenibili anche per un Contador (già 41″ di vantaggio su Sastre). Chavanel e Quinziato molto meglio di Schumacher e Klöden. A Granada, a squadre, prologo alla Liquigas di Agnoli, Bennati, Franzoi, Pozzato, Quinziato e Vanotti. In sei per 7,7 km ai 55,239 orari, lasciando per strada Corioni, Santaromita e in ultimo Stangelj. Del Team Csc-Saxo Bank tagliano il traguardo in sette, dell’Astana in cinque (come della Quick-Step). Caisse d’Epargne terza e al completo.
3. “Ho dato il massimo”, si è giustificato Paolo Viganò, giù dal podio nel chilometro Lc 3-4. Ma non era necessario: è che (anche) questi Giochi si sono fatti duri, durissimi. Passati i 1000 m iniziali, su pista, di una Paralimpiade del ciclismo che ne farà di strada, dentro e fuori il velodromo di Laoshan, traslocando poi nel Changping. 44 le gare in programma, delle quali 23 all’aperto. Ad Atene 2004, totale di 31 (13). Troppi salti di categoria, obiettano molti tecnici al Comitato internazionale, facendo la differenza: viva l’abbondanza di partecipanti, ma con i tempi morti finiscono fuori onda – letteralmente, anche per esigenze televisive – coerenza sportiva (competizione tra atleti con pari/parificata disabilità) e vivibilità dell’evento (relazione tra accompagnatori ed accompagnati). L’italiano appena dietro l’australiano Greg Ball, il giapponese Masaki Fujita e l’inglese Simon Richardson, rispettivamente dal quarto al primo posto in classifica. Due record del mondo nello stesso concorso, 1’14″936 per l’oro e 1’17″681 per il bronzo (95% di 1’21″157).
4. Friedrichshafen al centro del mondo. Sì, Friedrichshafen in Tubinga, sul lago di Costanza, la cittadina industriale della Zeppelin Luftschifftechnik GmbH & Co. Sì, al centro del mondo del commercio nel settore ciclistico, nei giorni della fiera b2b più importante: non ci sono più le Colonia e le Milano di una volta, non ci sono (ancora) le Singapore e le Las Vegas del domani e del dopodomani. Solo oggi aperta al pubblico, da giovedì 4 a sabato 6 agli operatori. Prima edizione di Eurobike nel 1991, anno del boom della mountain bike. 268 gli espositori, 14.505 i visitatori. Nel 2007 rispettivamente 868 e 34.280. Estensione record della superficie espositiva e numero record d’operatori e giornalisti, indaffaratissimi tra stand e standiste. Qui si fanno gli affari e le conoscenze giuste, qui si vedono tutte le novità 2009 e ci si fa vedere. Come da diciassette anni a questa parte, dovrebbe fare tendenza la bici elettrica. Ma venderà di più quella da trekking, meglio di una city e di una mtb messe assieme. Grande curiosità per il cambio elettronico per specialissima.
francescovergani@yahoo.it
Fonte: http://www.settimanasportiva.it/
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