Babylon Berlin 4, la sperimentazione del Pervitin

17 Novembre 2022 di Stefano Olivari

La quarta stagione di Babylon Berlin è folle, assurda, piena di spunti lasciati cadere: proprio come la Germania prima del 1933, svolta che nel racconto si sta avvicinando. Ma ancora nel 1931, l’anno in cui si svolge gran parte dell’azione di Babylon Berlin 4, Hitler è soltanto un politico in grande ascesa, al vertice di un partito che vale il 18% dei consensi e che nemmeno è unito al suo interno, anzi: numerosi i tentativi di rovesciare o di condizionare Hitler, quando già è Hitler. Fra l’altro al governo c’è il centro-sinistra, con un partito comunista che ne sta al di fuori ma è comunque molto forte e radicato, in particolare a Berlino e nella Ruhr. Curiosità: nel 1931 il futuro Fuhrer non ha ancora la cittadinanza tedesca…

Ma tornando a Babylon Berlin 4, bisogna dire che la scena è ancora dominata da Charlotte Ritter, poliziotta nel cuore anche quando viene cacciata per avere fatto evadere la sorella, oltre che dall’ìspettore Gereon Rath, sempre alle prese con i suoi demoni e soggiogato dal dottor Schmidt, un tipo a metà strada fra il chimico e lo psicoanalista. Non spoileriamo, ma notiamo che la vera differenza con le stagioni precedenti, su Indiscreto ovviamente già recensite, non sta negli ingredienti, sempre ottimi, o nella ricetta che poi sarebbe la Storia, ma nell’esecuzione. I buchi e le ingenuità sono a volte davvero clamorosi, quasi da fumetto.

Dall’assurdo rapimento della madre e della moglie del fantastico Alfred Nyssen (un pazzo vero, il nostro idolo), per un gioiello invendibile, allo stratagemma con cui sul treno vengono duplicati i documenti che potrebbero scagionare Katelbach, dal modo in cui viene certificata la bisessualità del colonnello Wendt fino alla figlia di Seegers che butta i documenti dallo Zeppelin con un paracadute, per non parlare del modo in cui Rath organizza una specie di tavolo della pace fra i malavitosi di Berlino o Charlotte riesce a fermare un giudice fuori dalla legge.

In generale le parti di azione sono più modeste del racconto in generale, ma Babylon Berlin rimane comunque su livelli molto alti: bella la parte della copertura di Rath, sempre efficaci le rappresentazioni della miseria nella parte finale della Repubblica di Weimar, e della rabbia in cerca di uno sfogo. È evidente che la vita in Germania sta andando sempre peggio, i locali e le strade sono sempre più pericolosi: in questo quadro di depressione totale il nazismo comincia a diventare una risposta sia per i disperati sia per chi teme di diventarlo. Comunque tutti amiamo Charlotte, Babylon Berlin è lei senza nulla togliere alla serie, una delle migliori mai girate in Europa.

La buona notizia è che Volker Kutscher ha soltanto 60 anni, per essere uno scrittore è ancora un ragazzo, ed i suoi libri, da cui è tratta la serie, arrivano al 1935. Non ha alcuna intenzione di smettere e quindi tutti i protagonisti, relativamente giovani, potrebbero ognuno a modo suo attraversare il nazismo e la guerra, per arrivare alla Germania della ricostruzione. E magari anche al miracolo di Berna del 1954, quando la nazionale di Herberger batté la Grande Ungheria grazie anche al Pervitin, che Rath vede sperimentato (non viene citato il nome, ma è chiaro il riferimento) da Schmidt e che magari userà lui stesso, così come tutta la Wermacht. Il dubbio è su chi sarà il nemico, perché il finale è apertissimo.

stefano@indiscreto.net 

 

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