Basket
Azzurro Della Valle
Oscar Eleni 19/05/2025

Oscar Eleni sui sentieri uruguaiani pensando al sosia ribelle José Mujica, uno che da presidente dello Stato lasciava l’80 per cento del compenso ai poveri della sua terra, un vero fratello in terra che ci ha lasciato, tenendosi dentro la rabbia per protestare davanti all’ospedale famoso dove infermieri distratti e medici disattenti hanno dimenticato il saturimetro che avrebbe potuto rendere meno agra la vita del nostro amico Willy. Certo li pagano poco gli infermieri, sarà per questo che sedano i pazienti per non essere disturbati durante il loro turno o mentre cercano lavoro oltre frontiera, come leggiamo.
Dentro questi confini pagano poco un po’ tutti, mandano a morire una ragazzina 17 anni sul catamarano di lusso, le uniche spese folli le fanno per i circences, pazienza se non tutti gli strapagati sono bravi a giocare col pallone, a tirare nel canestro, ma per fortuna la pallavolo spende bene i suoi soldi, mentre già si litiga sulle Olimpiadi invernali fra Milano e Cortina, nei giorni torridi della successione al soglio di palazzo acca, con Malagò che cerca di restare fuori, ma vorrebbe essere ancora dentro per evitare che tutto vada in pezzi anche se quelli di Sport e Salute dicono che grazie a loro l’Italia non è mai stata così ricca di idee, progetti, persino nella scuola elementare anche se i frequentatori, forse, non se ne sono ancora accorti.
Mentre Umberto RISPOLI, fantino di Scampia, vince i 2 milioni di dollari in una delle classiche del galoppo statunitense senza prendersi frustate ma soltanto applausi, nel giorno della rinascita per i nostri marciatori che con Massimo Stano si devono accontentare dei modesti premi europei e federali, anche se il record mondiale sui 35 chilometri dovrebbe rendere qualcosa al campione olimpico di Grumo Appula che a 33 anni ha ritrovato il passo giusto dopo una stagione balorda.
Certo dovrà accontentarsi delle carezze del presidente federale, dei fiori e di qualche dollaro, niente in confronto al milione di euro che ha vinto Jasmine Paolini, fra singolare e doppio, insieme all’Errani, nei giorni del delirio Sinner interrotto dai colpi tremendi di Alcaraz, nelle due settimane dove i record di ascolti televisivi sono andati tutti sulla terra rossa romana dove ora si sogna di avere un grande Slam, tipo Wimbledon o Parigi, prima con Musetti, poi con il numero uno applaudito da tutti meno che dal fratello che, giustamente, come ha detto Sinner nel discorso per il secondo posto sotto il cielo di Roma, ha preferito la Formula Uno di Imola alla sua battaglia con lo spagnolo, anche se le Ferrari le hanno potute riconoscere soltanto dopo il disastro del sabato nero, applaudendo persino Hamilton mentre Verstappen brindava come tante altre volte.
Mentre la gente cestofila protesta per tutte queste invasioni in territorio altrui, accettando i rimproveri, ci teniamo la benedizione papale, sconvolti dalle ricerche dei giornali americani sulle origini di Prevost, diventato già Leone in mezzo a lupi malsani che si bombardano davvero e non soltanto accarezzando lingue biforcute come dicevano i nativi americani mentre venivano segregati nelle riserve.
Una pausa prima di rimettere il vestito del buon cestista samaritano, anche se in tempi di playoff bisogna aspettare che la mattanza finisca. Eh sì, perché se uno dovesse giudicare dalla prima giornata dovrebbe mentire: mai visto basket più brutto. La tensione certo ha fatto brutti scherzi, come ha detto Repesa alla sua Trapani che ci ha messo tanto per battere una Reggio Emilia che in gara uno ha giocato meglio anche se poi l’ex Galloway dopo ROBINSON le ha tolto il sorriso.
Tensione che ha reso difficile capire come stia davvero l’Armani anche se in troppi si sono genuflessi magnificando la difesa che ha paralizzato i ragazzi della via Pal di Galbiati, quelli che in stagione, con la loro fantasia ci avevano quasi stregato, partendo dalla vittoria in coppa Italia. Certo lasciare Trento a 70 sarà stato merito della difesa che ha tenuto al minimo FORD, ma allora perché non dire che la brutta Trento dell’esordio ha comunque tenuto Milano a 73 punti e certo non è andata malissimo con la sua rosa con pochissimi petali a cui ora deve togliere anche ZUKAUSKAS dopo PECCHIA, ma qui Milano è messa forse peggio se NEBO dovesse restare ancora fuori.
Forse soltanto Brescia è stata davvero se stessa, ma è ancora presto per giudicare. Lo sanno anche quelli della Virtus dopo il viaggio sulle montagne russe dell’esordio: scintillante inizio, dominio assoluto, finale incerto con la panchina veneziana che esplodeva contro gli arbitri, con IVANOVIC costretto a dare solo qualche minuto all’ultimo acquisto TAYLOR perché le cose si stavano mettendo male anche in una serata dove gli americani della Reyer sembravano tutti indaffarati a preparare valige per uscire dalla Laguna. Sono bastati Moretti, Casarin e il Kabengele risvegliato a creare problemi come aveva fatto il solo WILTJER nei 30 minuti di buio come squadra.
Vedremo nei prossimi giorni, adesso fingiamo di essere ancora incerti sui nomi delle semifinaliste, promettendo che dopo i verdetti ci rifaremo vivi su questi siti dove, con grande magnanimità, quasi tutti accettano anche lo sbrodoliio di chi ha la vista annebbiata. Non tanto annebbiata, però, da capire che lo spettacolo non è certo di prima qualità, per come si gioca, per come lo arbitrano questo baloncesto.
Sulle pagelle fingiamo di avere elementi per andare in scena.
10 Ai veterani del basket milanese che con PETERSON hanno dato vita ad una vera festa cestistica nella città tormentata dai dolci capricci interisti, sognano la coppa, piangendo sul latte versato contro la Lazio, mentre i milanisti vanno in retrocessione anche con la squadra del futuro.
9 A DELLA VALLE che ritroverà la maglia azzurra nei tornei del tre contro tre, nella speranza dei bresciani che ritrovi anche il suo tiro dopo il 2 su 10 nell’esordio contro Trieste.
8 Al MORETTI di gara uno nella casa Virtus che sicuramente ha meritato una carezza e l’attenzione del Gianmarco POZECCO che a Bologna guardava il futuro del nostro basket chiacchierando con BONICIOLLI che si spera finalmente ristabilito, anche se fra le magnifiche otto dei play off ci sono pochi giocatori di scuola italiana davvero protagonisti.
7 Al LEDAY che al momento sembra l’unico in casa ARMANI a credere che dopo il colpo in gara uno sul campo di Trento ci sarà davvero una semifinale contro la VIRTUS.
6 Alleragazzine della MAGNOLIA CAMPOBASSO che battendo nella finale under 19 le coetanee del GEAS dalla grande storia ci fanno sperare che sia ancora la base a salvare tutto.
5 Agli STATI GENERALI del basket che al momento hanno servito soltanto pane secco e qualche idea rivisitata mentre mercenari senza talento restano a contratto. Speriamo che non arrivi la Bastiglia per chi si palleggia sui piedi e non sa fare canestro.
4 Alle società CAMPIONI che si congedano dagli allenatori che hanno portato lo scudetto. È successo a SCHIO, serie A femminile, anche se il congedo di CESTARO, un grande presidente, dal greco DIKAIOLAKOS dopo anni di buon lavoro e vittorie, è stato certo diverso di quello in casa VIRTUS quando la gelosia fece licenziare DJORDJEVIC tricolore.
3 Al meraviglioso JOKIC che questa volta non è riuscito a portare DENVER oltre i confini delle sue montagne. Certo l’impegno era difficile e Oklahoma City ha dato davvero spettacolo anche se digerire il grande basket NBA diventa sempre più difficile per noi vedovi dei grandi di Boston a tempi di Bird.
2 A COLDEBELLA che abbiamo ammirato per il suo lavoro come manager anche a REGGIO EMILIA, efficace come quando giocava, per questa decisione, certo motivata dal compenso e dal progetto, di andare all’HAPOEL TEL AVIV. Già pensare che GHERARDINI è ancora in Turchia ci deprime, ma ora speriamo almeno che SMBUGARO a Reggio Emilia ritrovi lo slancio che a PISTOIA gli aveva permesso di lavorare benissimo prima dello tsunami a stelle e strisce.
1 Alla CONFUSIONE che si crea appena iniziano i play off. L’illusione è che il gioco diventi più duro, la verità è che non sai mai come ragioneranno gli arbitri, i difensori, gli attaccanti che portano blocchi quasi sempre in movimento. Meglio chiarire tutto alla palla a due.
0 All’ASSOCIAZIONE GIOCATORI se non aprirà un libro nero per mettere all’indice i giocatori che preparano le valigie ancora prima che la loro squadra venga eliminata. Questi falsi professionisti, e i loro agenti, meriterebbero di essere messi all’indice anche se magari quando succede, tipo all’URANIA, ecco la partitona da 33 punti di CAVALLERO anche se l’impresa non è bastata contro la bella RIETI che con CANTÙ e la FORTITUDO ci fa ancora sognare grandi ritorni come quello di UDINE nel CARNERA rinnovato, nella speranza che PESARO, confermando l’allenatore dopo un finale difficile, ritrovi anche sostegni solidi per riemergere dalla A2. Un bel torneo, non l’inferno, ma sempre seconda serie.