Mon amour
Azione e reazione
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2008-06-03
Dopo un quarto d’ora Platini stende Briegel sui 25 metri: sulla punizione che segue, mentre Ettori sta ancora piazzando la barriera, Breitner tocca per Littbarski che centra in pieno la traversa con un tiro bellissimo. La Germania Ovest prende coraggio e tre minuti dopo Breitner in accelerazione centrale serve in profondità Klaus Fischer che scatta benissimo e si trova solo davanti ad Ettori; il controllo del centravanti del Colonia non è perfetto, si allunga leggermente la palla ed il reattivo portiere francese si getta disperatamente in avanti cercando di anticiparne il tiro…il numero 22 di Hidalgo riesce in effetti a respingere, la palla arriva però sul piede destro di Pierre Littbarski che, appostato al limite dell’area, ha la prontezza di calciare al volo tenendo basso il pallone, che passa tra le gambe di Ettori (che si sta rapidamente rialzando) e termina in rete; uno a zero per la Germania.
La reazione della Francia è inizialmente controllata senza problemi dai tedeschi, Rocheteau in particolare viene servito sempre in modo impreciso, e non riesce ad entrare in partita. Al ventiseiesimo minuto Genghini subisce fallo da Kaltz, il capitano tedesco ha un accenno di reazione per motivi non precisati (non è l’unico: anche Breitner, Stielike e Schumacher cercano spesso la provocazione). Corver ci mette un minuto a placare gli animi, sulla palla si porta Giresse, un’occhiata a Platini e quando il capitano fa il movimento ad aggirare Bernd Forster, Giresse di esterno destro gli deposita il pallone sulla testa nel cuore dell’area, Platini fa sponda di testa per Rocheteau che è riuscito a liberarsi del suo marcatore, il fino ad allora impeccabile Karl-Heinz Forster, che altro non può fare che cinturarlo: il rigore è sacrosanto e Platini, dopo aver baciato il pallone, lo trasforma spiazzando sulla sinistra Schumacher.
L’ultimo quarto d’ora del primo tempo è molto equilibrato e vede una sequenza continua di capovolgimenti di fronte. La Francia, inizialmente più contratta per la minor abitudine dei suoi giocatori a giocare questo tipo di partite, prende via via più confidenza con l’avversario. Il duello più appassionante è quello sull’ala destra tedesca tra il ventiduenne Pierre Littbarski e il ventenne Manuel Amoros, sicuramente tra i migliori giovani visti al Mondiale insieme a Beppe Bergomi (altro che Cassano ventiseienne eterno ragazzo…). Schumacher intanto inizia il suo show: in ogni uscita, non appena abbranca il pallone, approfitta di quella frazione di secondo che gli è “concessa” dalla conclusione del gesto atletico per rifilare qualche colpo proibito agli attaccanti francesi; il primo a farne le spese è Platini, che prende un’altra botta nel solito “punto Panenka”. Nel finale di tempo Corver diventa protagonista del match: dapprima non ammonisce Dremmler per un fallo da dietro molto brutto su Tigana poi non esita a mostrare il giallo a Giresse per proteste nemmeno tanto esagitate; è evidente l’intenzione di dare una certa “direzione” alla partita. L’ultima occasione del primi quarantacinque minuti è per la Germania, Briegel penetra sul lato sinistro dell’area e crossa in mezzo, ci sono due attaccanti tedeschi ed il solo Bossis per la Francia ma il difensore del Nantes con un meraviglioso intervento in spaccata riesce ad anticipare i suoi avversari.
Il secondo tempo si gioca con una temperatura leggermente più fresca, dopo pochi secondi Rocheteau viene steso sulla trequarti da un’entrataccia di Bernd Forster che viene ammonito. Al 51’ al posto di Bertrand Genghini entra il terzino d’attacco Patrick Battiston: Hidalgo ritiene l’interno del Sochaux troppo tecnico ma poco prestante per quella che sta diventando una vera e propria battaglia sportiva. Platini ha un paio di buone occasioni prima con una punizione con cui colpisce però la barriera, e poi con un tiro dal limite dell’area che termina alto a conclusione di una splendida azione personale; nel raccogliere il pallone Harald Schumacher provoca i tifosi francesi che sono seduti alle sue spalle con gesti minacciosi, nessuno può immaginare quanto serie siano le minacce dell’estremo difensore tedesco, ma un minuto più tardi, esattamente al 57’, un suo intervento cambierà per sempre la partita.
Carlo Maerna
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