Ayuso e il lockdown di sinistra

La vittoria della destra a Madrid è figlia anche di un sentimento sempre più diffuso di insofferenza verso chiusure e limitazioni

6 Maggio 2021 di Stefano Olivari

Il lockdown e in generale le varie limitazioni da Covid sono di sinistra? La libertà di movimento, a prescindere dai rischi, è di destra? Sono domande italiane, spagnole, mondiali che vengono in mente a chi è cresciuto con certe categorie di sinistra e destra, certo roba da boomer ma comunque riguardante temi di stretta attualità. Domande che dopo il trionfo di Isabel Diaz Ayuso come governatrice della Comunidad di Madrid, in italiano una specie di misto fra Provincia e Regione, vengono fatte anche da noi in prospettiva elettorale.

La Ayuso, esponente della parte più di destra del Partito Popolare, ha messo al centro del suo programma sostanzialmente un tema solo: le riaperture delle attività commerciali e la circolazione delle persone quasi come ai vecchi tempi. Linea opposta a quella del governo spagnolo del socialista Sanchez e ancor di più del suo (suo della Ayuso) rivale elettorale Pablo Iglesias: storia nella storia, perché Podemos nasce come movimento sì di sinistra ma di una sinistra libertaria, ecologista, anti-casta, in definitiva populista. La svolta socialdemocratica, da Enrico Letta fuori tempo massimo, non ha evidentemente intercettato la mitica pancia del paese.

Ma venendo all’Italia, la riflessione rimane valida. Se Salvini è contro il coprifuoco allora il PD deve essere a favore del coprifuoco? La risposta è sì, perché Letta non è uno stupido, così come chi  guida i 5 Stelle (non sappiamo chi sia, in questo istante), e i sondaggi li fanno tutti. Basta pensare a tutti i nostri conoscenti e vedremo che fra quelli di sinistra prevale l’idea che le chiusure siano da mantenere mentre fra quelli di destra la voglia di muoversi è superiore alla paura dei rischi. In altre parole, le nostre (come tutto ciò che è scritto e firmato qui dentro, ogni tanto dobbiamo ricordarlo), chi è ‘comunista’ si sente più sicuro quando c’è la Stato che decide al suo posto, mentre chi è ‘fascista’ può saltuariamente innamorarsi dell’uomo forte (e in un certo senso Draghi lo è) ma di base ha pulsioni anarchiche. Sia una posizione sia l’altra sono in larga parte indipendenti da dati di fatto, visto che anche a quelli condivisi si dà un valore diverso: 200 morti al giorno sono tanti, sono pochi, sono tollerabili, sono intollerabili?

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