Australian Open 2021 sì, Tokyo 2021 no

19 Gennaio 2021 di Indiscreto

Gli Australian Open che dovrebbero iniziare l’8 febbraio sono già senza senso, non per gli spettatori distanziati (anzi, questi renderebbero il torneo più vero degli ultimi U.S, Open o Roland Garros), ma perché sono state create due caste di tennisti in quarantena. I vip che stanno ad Adelaide, nella sostanza con poche differenze rispetto alla solita vita campo da tennis-albergo, e i 72 paria (ma non tutti lo sono tennisticamente) che sono atterrati a Melbourne e che sono soggetti a misure più rigide, insieme al loro entourage, in una situazione di comfort inferiore ma soprattutto, questo il punto, senza poter uscire dalla camera d’albergo e quindi potersi allenare.

Ovviamente in molti hanno tuonato contro i milionari viziati, dimenticando che nello sport più difficile del mondo già intorno alla posizione numero 75-80 si viaggia al limite, a meno di interventi federali o di sponsor. In altre parole, i 150.000 dollari australiani per chi supera il primo turno, circa 95.000 euro, sono per molti dei quarantenati la differenza fra la vita e la morte. E bene ha fatto Djokovic, che peraltro è fra i privilegiati di Adelaide, a prendere le loro parti anche se i politici australiani, tutti con varie gradazioni isolazionisti, gli si sono scagliati contro ed anche molti media mainstream, compresi quelli italiani, non vedevano l’ora di randellare il serbo che nella loro visione talebana della vita sarebbe negazionista. A media piacciono il sindacato unico, il partito unico, il pensiero unico (il loro).

Detto questo, non occorre essere uccelli del malaugurio per prevedere che le Olimpiadi di Tokyo saranno cancellate, rendendo quindi ancora più ridicoli i nostri dibattiti sull’Italia senza bandiera e senza inno, solo per venire incontro alla stizza di Malagò che una volta almeno si sfogava sui campi di calcetto dell’Aniene. Se gli australiani, pur fra diverse opinioni sulla quarantena, vogliono fare di tutto per salvare il loro torneo di tennis e forse ci riusciranno, non si può dire la stessa cosa dei giapponesi con i Giochi, che inizieranno sì il 23 luglio ma che avranno il sì o no alla disputa previsto per marzo.

L’80% dei giapponesi vorrebbe che le Olimpiadi fossero rinviate o direttamente cancellate ed è quasi impossibile che il premier Yoshihilde Suga, che è pro Olimpiadi, possa governare contro la quasi totalità del proprio paese, anche senza entrare nel merito di contagi e vaccini: del resto lui stesso pochi giorni fa ha proclamato lo stato di emergenza nella regione di Tokyo e in altre. Il tennis olimpico metterà (metterebbe) in campo nei singolari 64 giocatori invece dei 128 degli Slam, è vero, ma le Olimpiadi non sono soltanto tennis e con questa paura ormai imperante 11.000 persone sarebbero ingestibili anche per uno stato totalitario, figurarsi per una democrazia.

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