Auto
Audi A6 endotermica
Indiscreto 23/04/2025

Quello che rimane della popolazione maschile etero, in un mare di frociaggine (cit. Bergoglio), continua a leggere di auto che non si potrà mai permettere e di altre per cui comunque non farebbe sacrifici. È il caso della nuova Audi A6 Avant, di cui leggevamo proprio stamattina una recensione su Tuttosport: ecco, 70.000 euro (ad andare bene) per un’auto del genere non li spenderemmo mai, al di là della nostra antipatia per le station wagon. La nuova A6 ci ha comunque colpito, perché in un’industria automobilistica che secondo il racconto mainstream va verso l’elettrico, più o meno sussidiato, un’azienda come la Audi (di proprietà Volkswagen) mette sul mercato una versione benzina 6 cilindri 3.0 quasi pura, sia pure infiocchettata con la tecnologia mild-hybrid (o MHEV) plus, e addirittura una diesel 4 cilindri 2.0.
Insomma, messaggi che arrivano dalla Germania ma anche dalla Cina, con la nuova MG3 a benzina che è una delle auto secondo noi più interessanti del segmento B, ormai diventato vaghissimo da quando mescola mini-SUV ad auto che sono poco più di citycar: comunque 20.000 euro (ragioniamo come una volta, quando le auto si pagavano subito e non in 512 rate) per la ZS ci sembrano giusti. Per quantro riguarda nuovi modelli a benzina possiamo citare in ordine sparso la nuova Kia Sportage, la Mercedes CLA, la Toyota GR Yaris e altri, senza stare a elencare quelli vecchi mai usciti di produzione. Insomma, il presente non è la vecchia auto a benzina (che comunque nel 2024 in Italia ha rappresentato il 29% del mercato) e nemmeno l’elettrico per così dire puro (le BEV), che in Italia vale il 4,2%, ma l’ibrido nelle sue varie gradazioni (43,5%), senza dimenticare il diesel (13,9).
Vogliamo dire la solita cosa: l’auto elettrica è al tempo stesso un obbiettivo giusto, per quanto riguarda le emissioni di CO2, e un feticcio ideologico, per quanto riguarda l’industria nel suo complesso, che non ha perso troppi occupati (gli operai in senso stretto, contando anche la componentistica, sono oggi circa 150.000, rispetto ai 180.000 alla morte di Agnelli nel 2003) ma semplicemente ha cercato di imporre ai consumatori una sorta di etica a loro spese, con mille scomodità (ma chi è che ha mezzora per ricaricare l’auto? Un baby pensionato? Baby-pensionato peraltro in pieno cortocircuito, che ascolta la Gruber e compra la Tesla di Musk) presidiando l’alto di gamma, e quindi lasciando praterie agli asiatici, nella convinzione (fondata) che qualche incentivo statale alla fine arriverà sempre.
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