Attaccati ai vecchi del Nord

2 Maggio 2020 di Indiscreto

Lunedì 4 maggio torneranno in attività 4,4 milioni di italiani, la maggior parte dei quali con più di 50 anni di età e residenti nel Nord Italia. La notizia dell’Ansa, sulla base di quanto rilevato dai consulenti del lavoro, sembrerebbe assurda visto quali sono le zone e le categorie di età più a rischio, ma lo diventa di meno se si pensa che la cosiddetta Fase 2 riguarderà soprattutto i dipendenti dell’industria.

In generale, dei lavoratori di tutti i settori fermati dall’inizio della pandemia e soprattutto della psicosi da pandemia, da lunedì con le dovute precauzioni tornerà operativo il 62,2%. Con Lombardia, Piemonte. Emilia-Romagna, Veneto e Marche in zona 70%, mentre Calabria e Sardegna sono si trovano in zona 40. L’impatto di turismo e servizi sull’occupazione nel Sud è evidente, così come è evidente che non si possono trattare nella stessa maniera province con una mortalità da Covid altissima ed altre in cui davvero siamo al livello di un qualsiasi ceppo influenzale.

E quindi? Il fatto che la ripresa di questo paese sia trainata dall’industria fa riflettere sul modello econonomico-politico profondamente sbagliato che fino a due mesi fa era pensiero quasi unico da destra a sinistra, saldandosi con un ambientalismo egoista (i rifiuti li mandiamo sempre ad altri, così come le fabbriche inquinanti) e un malcelato disprezzo per tutto ciò che è concreto, di cui siamo un po’ tutti vittime e colpevoli. Quante volte al quarto limoncello abbiamo sentito dire “Ah, se avessi fatto il saldatore…”? Però poi all’atto pratico il figlio che vuole vare il saldatore in molti ambienti, soprattutto piccolo borghesi, viene considerato peggio dell’aspirante spacciatore o influencer.

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