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Assassinio sull’Orient Express, Poirot spiegato allo youtuber

Paolo Morati 11/12/2017

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Non c’è dubbio che sia il treno il vero protagonista della nuova trasposizione cinematografica del classico di Agatha Christie Assassinio sull’Orient Express, diretta e interpretata da Kenneth Branagh. Un lussuoso convoglio a vapore scrutato da ogni angolazione, tra le montagne innevate, dall’esterno dei finestrini come il bel piano sequenza della salita a bordo di Hercule Poirot. O la scena del crimine ripresa dall’alto. Il tutto offerto a due i tipi di spettatori. Chi non ha letto il romanzo o visto la versione del 1974 diretta da Sidney Lumet e interpretata da Albert Finney, con un premio Oscar a Ingrid Bergman e tante nomination, si trova quindi nella migliore condizione di viverlo, a mente sgombra. Chi come noi, nutritosi delle Christie, è inevitabilmente più concentrato sulla messa in scena che sulla storia e la scoperta del colpevole. Senza contare lo spettro dei volti del passato che aleggiano per tutto il film.

Detto questo possiamo subito affermare che Branagh è un Poirot credibile, con baffi però incredibili e finanche esagerati, ma anche un po’ troppo uomo d’azione in alcune brevi parti che strizzano inevitabilmente l’occhio alle esigenze di un cinema adrenalinico. L’impressione è infatti che certe trovate inserite qua e là siano nate dalla paura di annoiare gli spettatori, laddove una storia come Assassinio sull’Orient Express è in realtà fondata sull’analisi e deduzione narrativa. Pochi peccati veniali che non mettono troppo a rischio il risultato, tra splendide ambientazioni e un’eleganza ricercata, con un cast che ha in Johnny Depp un evidente richiamo per i teenager cresciuti con Jack Sparrow negli occhi. Ecco che a fine proiezione sentire dei ragazzini in sala dire “Un bel film!” testimonia sostanzialmente il traguardo a cui evidentemente autori e produttori ambivano. Anche perché, nell’era degli youtuber, è difficile coinvolgere tutti su una trama su cui concentrarsi a lungo e con attenzione. Il film sembra in tal senso aver individuato il giusto punto di equilibrio tra puristi e nuove leve.

Assassinio sull’Orient Express ha ottenuto ottimi riscontri in sala e sta guidando la classifica dei botteghini anche da noi. Buono il cast, che oltre a Depp include tra gi altri nomi come Penelope Cruz (con un nome ripescato da un altro romanzo, e meno intensa rispetto alla Greta Ohlsson della Bergman) e un’ottima Michelle Pfeiffer. Dal nostro punto di vista abbiamo tuttavia trovato inadeguato il doppiaggio italiano dell’investigatore belga (accento troppo poco marcato e comunque meno individuabile), mentre l’introduzione iniziale è fin troppo rapida nella presentazione del personaggio. In definitiva Branagh accettando di portare sullo schermo un suo Poirot, ha compiuto un’operazione coraggiosa, rischiando gli inevitabili paragoni con Albert Finney, Peter Ustinov e David Suchet, tratteggiandone però una personalità profonda e sofferta che probabilmente verrà esplorata ulteriormente nell’ormai quasi certo seguito Assassinio sul Nilo. Con il merito di dare alle storie della Christie un nuovo palcoscenico.

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