Aspettando Theo

8 Novembre 2012 di Fabrizio Provera

Caro Theo Papaloukas, sia sempre gloria e lode al tuo nome. Chi  scrive è un villano Indiscreto, di sponda e fede canturina (Pallacanestro Cantù 1936). Ti ho, ti abbiamo sempre ammirato: durante gli anni gloriosi della vittorie greche, quando il tuo grande Paese non era stato ancora messo alla fame dai tecno-entusiasti e dai funzionari del Fmi. Poi ci ricordiamo della militanza moscovita al Cska, col primato in Eurolega e ancora tante vittorie. L’anno scorso, quando il Maccabi perse malamente a Milano in ottobre, ti vedemmo mesto in panchina, la mano appoggiata sul mento. Al tuo ingresso in campo, col play titolare di coach Blatt in serata no, ricordiamo la penetrazione con sottomano autorevole e vincente. Nonostante le 35 primavere, e un fisico che comincia a rispondere meno prontamente agli stimoli mentali e alla voglia di incidere sulle dinamiche del match, ti consideriamo ancora un patrimonio della pallacanestro europea. Sei uno di quei giocatori capaci di far venire il magone a Sergio Tavcar, sei capace di evocare le glorie ormai trascorse del basket europeo.

Ora, come saprai il play titolare della Pallacanestro Cantù si è rotto. Siamo in cerca di un nome importante, il tuo è in cima ai nostri desideri, anche se pare che la società (giustamente tramortita dopo aver saputo quanto costi: siamo villani mobilieri brianzoli, non facciamo mai il passo più lungo della gamba, la nostra ricchezza si è formata sul risparmio e i sacrifici) sia orientata su un play colorato e di scuola Usa. A Cantù troveresti il Gregg Popovich di Carimate e Figino Serenza, al secolo Andrea Trinchieri, che qualche dirigente greco di alto lignaggio voleva soffiarci in estate. Uno tosto, molto visionario, che domenica scorsa ha preso da parte il nostro play di riserva, Jonathan Tabu, e gli ha detto le seguenti parole: “Johnny, siamo nel guano, ossia nella cacca. Ora, a catechismo ti hanno parlato di Mosè e della fuga di Israele dall’Egitto? Bene, tu devi fare la stessa cosa: dividi le acque, sposta la sabbia, perfora un muro del Pianella, insomma fai come credi. Ma devi farci vincere questa partita, è troppo importante”. Per la cronaca Tabu, un degno comprimario, è stato l’Mvp della gara.

Theo Papaloukas, per questo e molto altro noi ti aspettiamo a Cantù: calpesterai il parquet che in passato hanno calpestato i più grandi giocatori europei. Casomai, se riesci, facci uno sconto. Alla peggio, pensa un po’, siamo disposti a vederti giocare in casacca Olimpia Milano, dove porteresti più saggezza e controllo del match rispetto a quanto accade con Omar Cook e il confusionario Stipcevic. Ma per favore, mentre sorseggi un Orzo o un passito di Samos, ai bordi di una piscina o mentre guardi quell’Nba dove non sei voluto andare, facci un pensiero. I nobili villani canturini ti aspettano, a braccia aperte. Siamo un po’ decadenti, come la tua amata terra natia, ma abbiamo blasone e storia. Verso la fine della carriera, per un grande campione come te, vogliamo credere possano anche bastare.

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