Pallavolo

Appuntamento con la storia

Alberto Rapuzzi 11/08/2024

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Si, è vero: Indiscreto segue dal vivo a Parigi le finali del volley olimpico femminile. Tutto è partito un anno fa, con un azzardo si è trovato l’ingresso a prezzi da Cartier, un appoggio strategico per pernottare, e organizzato il viaggio col bus BlaBlaCar. Partito giovedì da Lampugnano, per un’avventura notturna sostenuta da un importante sonnifero e movimentata al confine dai controlli da film della Polizia. Molta amarezza per lo stato della nostra stazione di partenza sotto tutti i punti di vista, nulla della Milano fashion vicino all’ Europa, ben peggiore delle rodoviarie brasiliane che frequentavo anni fa.

Parigi, si sa, offre molti punti e spunti d’interesse, basta avere voglia di camminare. Questo permette anche di distribuire la grande quantità di visitatori evitando assembramenti. È stata ripulita in tutte le sue angolazioni, ingente spiegamento di forze, nessun incontro a rischio, i mezzi girano a tutta e reggono la forte richiesta. I prezzi sono ovviamente olimpici, fa parte del gioco, l’accoglienza gentile, tutto è ben segnalato, meraviglioso il clima di condivisione civile, forse il lascito più importante dell’evento: un po’ di aria pulita in questo momento storico.

Il volley si gioca in un Palazzetto da 13.000 persone ex padiglione dell’Expo, con temperatura polare e scalini che Messner gradirebbe come allenamento, scarsi i bagni e i servizi di supporto . Abbiamo quindi seguito la finale per il bronzo tra il deluso Brasile e l’esordiente ma combattiva Turchia di Santarelli vinta dalle sudamericane 3 a 1. L’entrata nella struttura è stata ben agile grazie a macchinari di ultima generazione, poi sulla posto rispetto a quanto appariva sulla mappa di riferimento ci sarebbe molto da dire. L’emozione di essere per la prima volta a respirare questa aria è tanta e per sempre, peccato per l’impostazione da discoteca con dj e musica a palla che distrae dal gioco è da pure fastidio, ma al momento l’onda è questa ovunque.

Che sia una partita segnata si  capisce subito dalle abituali tre riserve che la Turchia per un motivo o per l’altro è costretta a schierare: Diekin, Kalac, Cebecioglu. Ad ogni modo si dimostra competitiva, con una Vargas ben marcata conduce i set grazie a Cebecioglu ed Erdem, poi però nel finale viene raggiunta e superata, soprattutto quando si eleva Gaby con l’aiuto al centro di Thaisa, e cala la battuta, mentre l’opposta brasiliana Rosamaria conferma tutti i suoi limiti a questo livelli.

Nel terzo set però  le rosse approfittano delle incertezze brasiliane e riescono a rivedere la luce , al punto che nel quarto Zè Roberto toglie Rosamaria e Roberta, sposta Ana Cristina opposta e inserisce la geniale Macris in palleggio e la forte giovane Bergmann in banda. Lì finisce la partita: Vargas perde fiducia e le giallooro si lanciano facilmente verso una medaglia meritata.

Santarelli ha spremuto tutto il possibile dal materiale che aveva, non tutte erano al meglio (Gunes neppure entrata) e senza una squadra in piena efficienza non gli si può chiedere di più: ha mantenuto comunque la Turchia nell’elite mondiale e non è poco. Zè Roberto aggiunge una medaglia pesante al suo albo d’oro e a quello del Brasile: senza un opposto di livello non puoi arrivare alla vetta, ci sono giovani che stanno facendo bene mentre Thaisa lascia. Credo che questa collocazione rispecchi il valore delle due squadre, valorizzando il lavoro dei due tecnici e due paesi appassionati di volley. E adesso… va be’, se sopravviveremo alle emozioni appuntamento a dopo.

Alberto Rapuzzi, da Parigi

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