Antiwork, 2021 fuga dal lavoro

7 Dicembre 2021 di Stefano Olivari

Perché vivacchiare facendo un lavoro schifoso, o che non piace, invece che vivacchiare di sussidi e lavoretti vicini a casa, almeno finché ci sono? Un recente report di Goldman Sachs ha evidenziato che dall’inizio dell’era Covid circa 5 milioni di statunitensi abbiano perso o abbiano lasciato il loro lavoro e che di questi soltanto 1,7 stia considerando l’idea di tornare alla vecchia vita, cercandosi un nuovo posto. La cosa interessante è che Goldman Sachs non la mette sul piano statistico, ma su quello ideologico: negli USA e in buona parte del mondo sta spirando un vento ben sintetizzato dal thread di Reddit chiamato Antiwork, il cui slogan è ‘Unemployment for all, not just the rich!’.

Insomma, chi per motivi diversi (anche semplicemente bassi consumi e poche esigenze) se lo può permettere tende a sbattersene del mito del lavoro, per motivi diversi caro alla destra e alla sinistra classiche. Perché, con buona pace di Briatore, dovrei fare il cameriere a 800 euro al mese sperando nelle mance, se il mondo dei ristoranti e una vaga ‘carriera’ (diventare direttore di sala?) al loro interno non mi interessa? Per il mio futuro meglio studiare, viaggiare, pensare. Molti ragazzi di oggi, ma anche persone più anziane, liberi da fardelli ideologici la pensano così e nessuna confindustria, nessun sindacato, nessun partito, nessun economista che parla di ‘forza lavoro’ e ‘flessibilità’ dal caldo del suo posto fisso e senza rischi potranno convincerli a tornare indietro.

Chiaramente stiamo vivendo sopra una gigantesca bolla di soldi finti, distribuiti a pioggia in varie forme, soldi che nel breve periodo consentono a molti questa scelta. Fino a quando l’inflazione non esploderà, ben oltre i segnali preoccupanti di adesso, il movimento Antiwork avrà un suo perché. Ma certo è che la pandemia, anche con il semplice smart working, ha portato a riflettere sulle tante assurde catene che ci mettiamo senza una motivazione strettamente finanziaria né di crescita personale. Quanti lavori senza possibilità di crescita abbiamo fatto per poco? Noi personalmente troppi e solo in pochi casi l’arrivo alla fine del mese era in pericolo.

Andando sui massimi sistemi, da Grillo fuori tempo massimo, si può anche dire che la tecnologia ha reso molto più importanti certi lavori intellettuali e iperspecializzati, e dall’altro quelli manuali, ma in mezzo ha creato molte vite che dal punto di vista economico sono inutili anche senza ideologia Antiwork. E questa classe medio-bassa, che nei sogni dell’economista dovrebbe accettare qualsiasi lavoro (“Come in America!”: quante volte l’abbiamo sentito?), vuole in qualche modo essere indennizzata per la sua perdita di importanza. Con soldi, reddito di cittadinanza o come lo vogliamo chiamare, ma anche con tempo.

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