Allegria al Forum

9 Settembre 2022 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dall’Isola del Giglio con i volontari che vorrebbero salvare i mufloni importati tempo fa, adesso che li considerano animali invasivi. Siamo entrati nella spedizione pensando di trovare nel branco in fuga anche Meo Sacchetti che sul calendario federale, al mese di settembre, viene proposto di spalle, quasi che il curatore fosse stato informato del licenziamento in tronco per aver dato discreti risultati, ma tolto allegria. Un vero e proprio muflone che rendeva grigio il cielo azzurro.

Tutto cambia, come cantava Mercedes Sosa nel bel film di Moretti: cambia el superficial e il profundo, el modo de pensar. Per fortuna, diranno tutti quelli che hanno lasciato felici il Forum, da Bisio a Berrettini, da Meneghin a Gamba, per non parlare di Petrucci e Malagò presi in braccio da quel satanasso del Pozzecco che ha riportato la Nazionale al centro del villaggio, amatissima perché felice, dove tutti si abbracciano e dove ognuno cerca di fare il meglio, nessuno ha colpa, forse, se non abbiamo centri e se bisogna innamorarsi dei bassotti travestiti da farfalla con pungiglione da ape in combattimento per il nettare e lo spazio.

Prendendo a calci gli imbonitori di piazza nel mercato che va estinguendosi, dopo aver ascoltato le messe cantate in televisione, le spiegazione dei “mi so”, ma detto in americano italianizzato, ci siamo resi conto che sarebbe da fessi mettersi contro tutte le regine danzanti delle notti al Forum. Viva l’Italia, del basket almeno, quello che alla Rai fa schifo, quello che SKY serve con slancio, competenza, cuore, la saccenza che serve per incantare non soltanto quelli del calcio, ma tutta la popolazione seduta in  poltrona o avvinghiata nei bar. Perché andare controcorrente, cari mufloni? Fatevi accoppare. Morire all’Isola del Giglio deve essere anche bellissimo.

Viva Pozzecco, il suo staff tecnico: che dire del Recalcati sempre arguto, simpatico? Basta con questi musoni da panchina, basta con tutte le critiche. Italia quarta in un girone da sei giocato in casa? Una meraviglia, come dice Melli ammettendo che una sola partita sbagliata contro l’Ucraina, i profughi meravigliosi, non può rovinare tutto.  Una volta sarebbero volati insulti e schiaffi, lo sanno i vincitori dell’oro, trattati malissimo anche dopo campagne vittoriose dagli stessi che oggi ci parlano delle scelte fatte col cuore, ma che ieri non potevano adattarsi al rigore di un Gamba flessibile come una putrella, definizione sua, di un Tanjevic visionario, magari di un Recalcati che intanto poteva diventare presidente per gli zapatisti anti Petrucci Diaz.

Nell’Europeo gonfiato come le vacche del mercato boario dove chi grida più forte si prende la bestia ci ha colpito l’affetto della  gente:  i 19 mila fissi di Colonia, la passione di Praga, i tormentati scambi di insulti e belle giocate a Tbilisi nella Georgia non più staliniana, per non parlare della Milano festosa con cortei che da piazza Duomo verso Assago, tanto per unire il sacro cittadino al palazzone fuori mano, hanno reso festoso quasi tutto. Si è divertito Popovich, hanno visto un dio in terra con re Giannis tutti quelli che hanno dimenticato come lo trattavano proprio i greci quando vendeva souvenir per le strade.

Famiglie, bambini, tifosi, magliette, amore universale. Tutte cose importanti per dimenticare l’avarizia mentale della FIBA che si è eletta da sola come santa Giovanna in difesa della purezza. Mentre tutti ridono pensando agli arbitrini mandati nell’arena, rinunciando ai satana con fischietto che lavorano nell’inferno dell’Eurolega scomunicata. Odiata come  la NBA, orca feroce ora che Boston parla di legamenti saltati del Gallo invece di dolce menisco e pretende dall’assicurazione denari sonanti, ma con più cautela, dai presunti padroni della palla a spicchi mondiale, messa all’indice anche dal Petrucci che  e la gode con quel Pozzecco così effervescente, umano, con qualche difetto, ma chissenefrega se la gente lo ama, se chi lo intervista ride anche prima che si metta a parlare.

Eurobasket che ha occupato una settimana da inni cantati a squarciagola, felici quasi sempre, pallavolo in testa, tristi soltanto per l’epilogo senza oro delle due squadre di pallanuoto  affogate in terra ostile. Ecco il volley, come al solito, a voler fare il primo della classe. Loro sono andati in semifinale battendo i campioni olimpici della Francia, illuminando un fine settimana dove lo sport italiano con una salute così così si troverà davanti alla barriera nata dopo lo smembramento della Jugoslavia: Slovenia per la pallavolo, Serbia cazzuta per il basket, mandando a quel paese i croati che non solo ci hanno messo fuori il settebello nell’acqua, ma al Forum hanno fatto di tutto per lasciarci al quarto posto.

I ragazzi di Poz  credono, però, di poter stupire ancora, un po’ come l’illuso Sacchetti che eliminò i serbi dall‘Olimpiade pensando di trovare gente riconoscente più di quella che a Bologna ha mandato avanti prima i mostriciattoli nascosti nei computer e poi ha dato il benservito al guerriero Mihajlovic pretendendo, come il petrus cestistico, la separazione consensuale che Sinisa ha preso a testate anche ora che deve nascondere sotto il cappellino la malvagità della chemio. Perché non credere nei miracoli? Be’, sull’argomento pareri molto discordi, persino su chi cammina verso Santiago.

A Berlino dove Aito ci ha ricostruito il Fontecchio bomber di Azzurra mandato a raccogliere margherite prima dalla Virtus che lo aveva allevato e poi dalla Milano impaziente, un bel stornello come direbbero a Bologna quando i tedeschi alla Mercedes Arena applaudiranno soprattutto lui. Se lo merita, basta che resti nella cesta come diceva Radice ai suoi granata in missione per uno scudetto storico. Umiltè, pazienza e bus dal cul. Il detto  sacchiano per la missione del Pozzecco che ha comunque messo basi nuove per il castello di Potter in maglia Azzurra.

Lui parafulmine simpatico contro ogni tipo di critica, bravo a prendersi ogni colpa, bravo ad ammettere che il Pajola tenuto in panchina con l’Ucraina forse poteva aiutarlo come ha fatto con la Croazia. Pazienza. Si sbaglia, si impara. Lo ha detto lui che nessuno ha mai creduto al suo modo di incantare le arene. Come giocatore ci è riuscito alla grande anche se  Varese e Cappellari lo trovarono avvilito fuori dal basket che contava. Come allenatore  ha già conquistato tutti, prima strappandosi la camicia, poi litigando anche con arbitri custodi del falso basket, ora vendendo rose dove altri pensano che ci siano soltanto margherite.

La realtà tecnica dice che la Serbia è più forte. Ma che ne sanno i presunti competenti dell’anima umana? Il cuore, Ramon, è lì che bisogna  mirare. In questo Europeo dove si è vista luce dell’altro mondo con vera gente da NBA regalata da questa Europa sempre troppo modesta, Doncic e Ante il magnifico, oltre a Jokic futuro nemico temutissimo, ci sono stati anche smottamenti nei gruppi che pensavano di fare squadra con molti presunti fenomeni. Non ci sono riusciti ed era  irritante stare dietro a tutto questo.

Ora prendendosi il lusso di affiancare Peterson al momento dei pronostici che accresceranno il disprezzo di chi, comunque, ci legge malvolentieri, vediamo come potrebbero andare gli ottavi. Eh sì, ancora 16 in campo dopo una settimana per mandare a casa otto derelitte e fra queste ci ha stupito la bocciatura di Israele, amareggiato l’uscita della Bosnia coraggiosa, nella speranza che lo 0 su 5 du Buscaglia con l’Olanda, in giorni dopo che l’allenatore di scuola italiana era maledetto anche nella pallavolo, non gli costi il posto. Magari il Van Petrucci arancione non ha sottomano un sostituto simpatico a tutti, uno che sa chi prendere in braccio.

Dunque Germania favorita sul Montenegro, Grecia alla grande contro i Ceki, Spagna rifondata nella trappola Lituania, una squadra con dietro un popolo anche in terra tedesca. Sulla Croazia che sbagliando i liberi finali col grande Bogdanovic si è scelta la Finlandia come rivale non vorremmo che alla fine rimanessero briciole di storia affondate dai tiratori guidati dal vichingo Markkanen. Non avrà problemi la Slovenia contro i belgi, difficilmente l’Ucraina riuscirà a far apparire i polacchi peggiori di quanto si è visto contro la Serbia. L’ottavo più intrigante sarà quello del sabato tedesco quando due finti amiconi, Ataman e Vincent Collet, nato sulla Senna marittima, non proprio i più simpatici del reame, porteranno in armi allo scontro che lascerà fuori dal giro o i medagliati di Francia o i superlusso della Turchia. Su Italia-Serbia andate dietro al cuore.

Voti? Non se ne parla, però un 10 al basket che ci tiene svegli, che ci conquista anche con arbitri da zero scarabocchio, anche con informazioni sparate in video per i dottor Magoo dal sistema avaro, da chi preferisce tenersi tutto dentro per poi far capire cose è un taglio Iverson, cosa vuol dire fare poesia e spaziare su ogni cosa, senza sentirsi incatenati da quegli stupidoni che ancora pretendono di  capire cosa è uno schema pollice e non capiscono il brivido del volo oltre il canestro.

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