Al passo con i Kardashian? Impossibile

10 Settembre 2020 di Stefano Olivari

Al passo con i Kardashian, in originale Keeping up with the Kardashians, dovrebbe finire con la ventesima stagione, dopo 14 anni di programmazione. Stiamo parlando di uno dei reality show più famosi del mondo, in Italia trasmesso da tutti, da Sky ad Amazon a Netflix, di cui ammettiamo di essere da qualche settimana letteralmente prigionieri: siamo arrivati alla quarta stagione, quindi al 2009, quindi saputo della sua fine centellineremo il resto. Tanto non ci sono problemi di spoiler, ogni giorno esce una notizia sui Kardashian.

Non hanno infatti bisogno di presentazioni, dalla più famosa Kim, attuale moglie di Kanye West, ai Kardashian per così dire acquisiti come Bruce Jenner che alla fine si è rivelato il personaggio più interessante di tutti: campione olimpico nel decathlon a Montreal 1976, secondo marito (dopo appunto Kardashian) dell’abile Kris, creatrice della carriera delle figlie, di fatto fancazzista (tiene qualche discorso motivazionale, ma nel 99% del tempo gioca a golf o si occupa di modellini radiocomandati), a 66 anni e dopo 6 figli (senza contare i 4 Kardashian portati da Kris) ha anche cambiato sesso. Ora si chiama Caitlyn.

Ecco, questa è la chiave del successo di Al passo con i Kardashian: tutte le situazioni sono aggiustate e recitate, ma in tutte ci sono molti elementi di verità e di vita. Le invidie fra sorelle, i meccanismi dello showbusiness, i problemi quotidiani: gli sceneggiatori danno ritmo a quello che indubbiamente già c’è. Se no i Kardashian, o per meglio dire le Kardashian, sarebbero come un qualsiasi gruppo di tronisti di Maria De Filippi.

Seguibilissimo anche in lingua originale, ha anche molti legami con il mondo dello sport, da Reggie Bush a Lamar Odom, visto che le ragazze difficilmente frequentano impiegati del catasto della California. Il nostro personaggio preferito è Khloe, quella con la battuta più pronta, ma anche l’iperattiva Kim e la scazzata Kourtney hanno uno spirito che va oltre il ‘famose per essere famose’. Da sottolineare che il loro mito è stato totalmente creato dal web: non dai social network che ai loro inizi non esistevano, ma da siti come TMZ che hanno proposto il loro modello di vita come quello di un sogno americano solo apparentemente accessibile a tutti.

Share this article